Torino rappresenta per te una seconda casa… “Adesso sono qui da quasi tre anni, anche di più. Ho avuto una grande fortuna con i tifosi: siamo entrati subito in sintonia e me l’hanno fatto capire sempre. Anche nei piccoli gesti, come una passeggiata per strada: mi fanno i complimenti e questa è una cosa che mi ha sempre fatto un sacco di piacere. Mi hanno anche insegnato e fatto capire cosa significa essere del Torino, e questa è una cosa importante… Penso che ogni giocatore che indossa questa maglia percepisca qualcosa di diverso”.
le voci
Ricci: “Torino è una seconda casa. Voci di mercato? Ecco cosa ne penso”

Anche la fascia da capitano è qualcosa di speciale… “Eh sì, è un grande onore. Speravo, paradossalmente, di non indossarla, perché avrebbe significato che ci sarebbe stato Duvan e ci avrebbe dato una grossa mano. Ma se il Mister mi ha scelto per portare la fascia, vuol dire che qualcosa di buono sto facendo…”
Parliamo anche di una banalità: io, quando ero capitano, dovevo pagare le cene. Non so voi come siete strutturati però… “Vabbè, le cene le paga chi prende le multe”, (ride, ndr). “La cosa importante, fuori dal campo, è dare l’esempio: essere il primo nelle cose, non arrivare in ritardo… Sono dettagli che fanno la differenza”.
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