Torino, aspetti positivi e negativi dell’avvio di stagione: Belotti mostruoso. Tre volte rimontati

In questo avvio difficile di stagione, i granata hanno racimolato appena un punto. Il Torino ha appena cominciato un nuovo progetto tecnico, sotto la guida di un allenatore tanto bravo quanto rigido sulle sue idee di difficile applicazione. Se i risultati non sono positivi, qualcosa che sorride ai granata c'è. Ecco tre aspetti che possono far dormire sonni tranquilli a Giampaolo e altrettanti che invece stanno creando qualche grattacapo al tecnico granata. Non c'è da girarci troppo attorno, la nota più lieta di questo avvio di stagione è sicuramente Andrea Belotti. Il capitano granata si sta confermando ancora di più un trascinatore. Due doppiette (contro Atalanta e Cagliari) e un gol contro il Sassuolo. Ma non solo. L'apporto di Belotti è - come sempre - importante in tutto il campo. A esaltare questo suo avvio di campionato c'è sicuramente la media realizzativa. Il gol contro il Sassuolo rappresenta tutto quello che il Gallo è, perché c'è stato tutto: la determinazione nel conquistare la palla, la fame di andare in rete e la qualità che gli permette di rientrare sul destro e fulminare il portiere. Belotti è come se stesse vivendo in una condizione di trance agonistica perenne e il Torino non può non sfruttare questo suo stato di forma. Giampaolo, poi, si è detto molto soddisfatto dell'applicazione e dell'attenzione dei suoi in allenamento. Più volte in conferenza stampa ha fatto i complimenti ai suoi ragazzi per come si allenano. Il gruppo ha sposato in pieno le idee del tecnico di Giulianova e sta dando il massimo per cercare di velocizzare il processo di immagazzinazione dei principi tecnico-tattici. Questo entusiasmo è un aspetto estremamente positivo, perché garantisce al tecnico la fiducia del gruppo e perché i giocatori vogliono imparare a giocare come Giampaolo vuole, ovvero un calcio propositivo e palla a terra. In tre partite su quattro il Torino è andato in gol (unica eccezione la sconfitta per 1-0 sul campo della Fiorentina). Tutte e tre le volte sono stati proprio i ragazzi di Giampaolo a portarsi in vantaggio e sbloccare la partita. In particolare, parlando dell'avvio di partita, l'andare sempre in vantaggio è sintomo di voglia di fare: gli approcci alle partite, nei primi e nei secondi tempi (vedi quello contro il Cagliari) sono positivi. La squadra dunque nonostante le difficoltà è affamata di risultati per uscire dalla situazione. Contro Cagliari e Atalanta ha praticamente colpito alla prima occasione, mentre contro il Sassuolo il gol di Linetty è stato il premio di un avvio di partita molto positivo. In Italia, però, si sa, vincono le difese. E quella del Torino traballa e non poco. I granata stanno patendo il passaggio dalla difesa a 3 a quella a 4, ma anche il cambio di mentalità. Se fino allo scorso campionato il Torino era una squadra guardinga, che aspettava per colpire in contropiede, ora ha una mentalità molto più propositiva. E questo è perdonabile. Nei tanti gol subiti (11 in 4 partite) però ci sono tanti errori individuali e di squadra. I meccanismi della fase difensiva evidentemente devono ancora essere oliati, ma alcuni errori sono proprio imperdonabili. Tra marcature saltate, mancati interventi difensivi ed errori di Salvatore Sirigu (sicuramente una novità in casa Toro, ma è umano anche il portiere sardo) i granata hanno preso imbarcate di gol praticamente sempre. Con tanti gol subiti, di conseguenza, neanche i risultati arrivano. Tre sconfitte e appena un pareggio in quattro partite giocate. Ergo Torino penultimo in Serie A e l'obbligo di dover giocare con l'ansia del risultato per non dover sprofondare. Inoltre i risultati fin qui raccolti rendono ancora più difficile il lavoro di Giampaolo, che sta cercando di costruire ancora la sua squadra, ma in questo modo tutto è ancora più complicato. A lungo andare le sue idee rischierebbero di vacillare. A Sassuolo non è arrivata una vittoria che sembrava alla portata, il Torino è tornato a casa con un solo punto a cui però va data continuità nelle prossime gare di A, a partire da quella (difficile) contro la Lazio. Se è vero che i granata per tre volte hanno sbloccato la partita, è altrettanto vero che sono sempre stati rimontati. Soltanto contro il Sassuolo è stata evitata la sconfitta e merito è anche di quel vantaggio di due gol. La gestione del risultato è dunque un notevole problema ed è un limite che la squadra si porta dietro da tempo. La scorsa stagione in vantaggio di tre reti, i granata furono recuperati dal Verona. Quasi un anno dopo e due allenatori dopo, il problema persiste. Se Atalanta e Cagliari dopo lo svantaggio avevano ribaltato il risultato, contro il Sassuolo la storia è stata diversa. Due volte in vantaggio (prima 1-0 e poi addirittura 3-1), due volte rimontati. Passi il gol della domenica di Chiriches che aveva portato il risultato sul 2-3, ma non può essere perdonato il gol del definitivo 3-3. Il Toro deve ancora imparare a gestire le partite, a gestire un risultato ormai in cassaforte, e dunque ad alzare o abbassare i ritmi del possesso palla a seconda delle situazioni.