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Il gol di Ilic contro l'Atalanta e quello di Sanabria contro il Verona portano il marchio di fabbrica di Vanoli ed evidenziano che la ricerca di profondità nasce dalla difesa. Contro il Verona più volte Vanoli ha chiesto a Masina e Maripan di non allargarsi sulle fasce in fase di costruzione da dietro, ma di restare vicini a centrocampo e spingere in verticale. Anche il centrocampo a tre con perno basso ha l'obiettivo di facilitare manovra ed inserimenti, e sta offrendo a Ricci e Ilic mattonelle di campo più adatte alle loro qualità. Il rovescio della medaglia del nuovo sistema di gioco è che la fase di copertura è meno efficace, e l'elevato numero di gol presi e di occasioni per gli avversari in questo avvio di campionato lo testimoniano. Senza la copertura a uomo a tutto campo impostata da Juric, scalate e ripartenze mettono molto più in difficoltà centrocampo e difesa, esponendo maggiormente alla pressione degli avversari e rendendo più difficile e faticosa la fase di transizione in copertura. Se va segnalato un problema in queste prime cinque gare è proprio quello della quantità di occasioni offerte agli avversari, che per il momento è stata sventata da un Milinkovic in grande spolvero, ma che anche a Verona ha rischiato di rimettere in discussione una gara che doveva invece garantire un controllo agevole già dal 2-1.
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La principale difficoltà in vista per Vanoli à proprio quella di trovare maggior equilibrio tra un sistema che privilegia la fase di costruzione e di creazione (mettendo finalmente i giocatori nel proprio ruolo e liberandoli da un'asfissiante fase difensiva) e la necessità di frenare prima e meglio la fase offensiva degli avversari, riducendo già in fase di marcatura preventiva le occasioni pericolose. Agli occhi dei tifosi la serie vincente di Vanoli ha già offuscato il ricordo di Juric e, forse ingenerosamente, ha fatto emergere in misura maggiore alcune delle lacune del gioco del mister croato. Non bisogna pero' dimenticare che i tre anni di Juric hanno rappresentato per il Toro il primo vero momento di costruzione di fondamenta solide. E' con lui che la società è stata costretta a passare da squadre infarcite di prestiti e di ''diritti di non riscatto'' ad una rosa con giocatori di prioprietà. Va ascritto a Juric il merito di aver individuato e fatto crescere giocatori su cui pochi avrebbero scommesso (lo stesso Buongiorno ne è un esempio). L'allenatore di Spalato è anche all'origine di miglioramenti strutturali al Fila, dell'introduzione di nuovi metodi di lavoro dentro e fuori dal campo e di un nuovo approccio scientifico al sistema di allenamenti di cui oggi Vanoli puo' beneficiare. Si tratta in fondo di due filosofie diverse ma affini, centrate sulla ricerca di equilibrio.
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Mentre pero' il calcio di Juric appartiene più alla dimensione dell'equilibrio statico (una statua sul suo piedistallo), la visione di Vanoli si inscrive nell'ambito dell'equilibrio dinamico (la corda tesa dell'arco il cui punto di equilibrio è funzionale allo scoccare della freccia). All'allenatore croato va la riconoscenza dei tifosi, perchè nonostante le incomprensioni e la discutibile fase di comunicazione, l'ex mister ha lasciato in dote un gran numero di elementi positivi, su cui adesso Vanoli sta costruendo, e una prova dell'umiltà e della voglia di far bene del nuovo allenatore è proprio la scelta di strutturare le sue nuove idee di gioco sulle fondamenta gettate da Juric. Se riuscirà fino in fondo nella difficile opera di inglobare nella sua visione creativa e dinamica la dimensione di solidità strutturale sviluppata dal mister precedente, per i tifosi si potranno profilare nuove soddisfazioni a tutto tondo.
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