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Il denominatore comune di questi miglioramenti sono evidentemente i cambi di uomini, formula e sistema. Lo scorso anno Juric aveva i giocatori contati a causa di scelte di mercato e di una serie di infortuni. A patire della mancanza di ricambio sono stati soprattutto l’attacco (con Sanabria unica punta disponibile per lunghi mesi) e il centrocampo (non c'erano praticamente alternative alla coppia Lukic-Ricci e poi Ilic-Ricci). Anche i quinti di centrocampo hanno dato non pochi problemi, con gli infortuni di Aina e di Lazaro a ridurre le possibilità di cambio a gara in corso. Di fronte a questa situazione Juric ha dimostrato di essere un allenatore di ottime capacità: con la legna a disposizione ha fatto un bel fuoco, sfiorando la qualificazione in Conference. Chiaro che la sua tradizionale ortodossia sul 3-4-2-1 unita alla mancanza di alternative di qualità nei cambi ha consolidato la sua fama di allenatore poco flessibile, ma da persona intelligente quale è, il mister non appena ha avuto a disposizione più frecce nella propria faretra ha cominciato a mostrare la voglia e la capacità di sfruttarle al meglio.
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I cinque cambi hanno trasformato il calcio in maniera molto più profonda di quanto si percepisca, trasformando le gare anche in partite a scacchi in cui è possibile trovare misure e contromisure profonde, intervenendo non solo sui singoli giocatori, ma soprattutto sul baricentro e sulla profondità di un'intera squadra. Il mercato dello scorso anno (tardivo, superficiale e fatto di pezze dell'ultimo minuto) ha ignorato questo dato di fatto e ci è costato l'Europa. Quest'anno è bastato dare a Juric un elemento di qualità in più per reparto (Lazaro finalmente integro, Tameze e Zapata) per far capire che 'Ivan l'ostinato' sa essere in realtà un allenatore completo e moderno. Serve ancora qualche partita per farsi un'idea più chiara delle nostre reali ambizioni, ma di certo, rispetto alle immagini di Juric venuto alle mani con Vagnati per la mancanza di giocatori, vedere sette attaccanti in campo fa venir voglia di dire alla società "cambia che ti passa".
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