Non sei d’accordo, dunque, con Vanoli, quando dice che quella di Como è stata una delle migliori partite? “Dissento. Ma l’allenatore ha un merito: quello di essere riuscito ad assemblare un gruppo, senza perdere alcun pezzo per strada. E questo è, secondo me, un grosso merito, un grande lavoro che fa sicuramente bene alla società Torino. Quindi, è naturale che un tecnico provi a tenere su di morale i giocatori anche se hanno perso, è una parte psicologica del lavoro e lo si deve capire. C’è chi non ci riesce, lo so bene, permettendosi di criticare o di dileggiare per un risultato sbagliato”.
Cosa pensi del gol annullato a Biraghi? “Io non mi ero accorto di nulla, anzi, mi è sembrato incredibile l’annullamento, ma il regolamento parla chiaro e bisogna evitare il doppio tocco; quindi, evidentemente è stata sacrosanta la decisione, anche se mi ha sorpreso. Un gran peccato perché alla fine il Torino una rete la meritava. Penso anche che il gol-non gol di Ilic rappresenti un segnale positivo”.
In che senso? “Dico da settimane che sarebbe un gran peccato non provare a rivitalizzarlo. Credo sia un ottimo giocatore che si è perso per strada per motivi che non so decifrare, ma ha delle qualità tecniche notevoli a mio avviso. Questo gol, anche se non concesso, spero possa rappresentare una svolta. Ma di sicuro deve mettersi a disposizione con umiltà, è il consiglio che io gli darei. Sa di essere un buon giocatore, ma gli è mancata proprio la capacità di mettersi alla pari degli altri, o almeno questa è la mia impressione. Deve darci dentro perché non è mai detta l’ultima parola e il tempo per recuperare c’è sempre e credo che società e allenatore gli stiano dimostrando qualcosa”.
Due partite senza Ricci e due sconfitte nel 2025. Secondo te è un caso? “Per me può essere una combinazione. Non penso che il destino del Torino possa dipendere da un solo giocatore, ma dal gruppo”.
Pensi che l’effetto positivo indotto dagli acquisti di gennaio sia già svanito? “Sicuramente sono arrivati molto carichi perché avevano voglia di mettersi in mostra. Ma avevano poche partite nelle gambe ed era naturale che dopo un po’ ci fosse una flessione, poiché mancava minutaggio, a differenza degli altri. Hanno sprintato subito, ma era naturale calassero, non avendo una preparazione adeguata. Lo vedo in Casadei soprattutto, forse in Biraghi un po’ di meno, ma ha pagato comunque la mancanza delle partite sulle gambe con i due infortuni che hanno pesato sul cammino del Torino, cioè l’autogol di Bologna e lo scivolone sul corner. A mio avviso, anche in questo si vedono gli effetti di un periodo di inattività”.
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