Giampaolo pre Fiorentina-Torino: “Rincon gioca, Edera andrà via. Bene Lukic e Berenguer”

Il tecnico granata ha presentato, durante la conferenza stampa riservata ai media, la gara d'esordio in campionato del suo Toro. Belotti e compagni sono attesi da una prima sfida impegnativa, affronteranno infatti la Fiorentina di Giuseppe Iachini. Il match è in programma per sabato 19 settembre allo Stadio Artemio Franchi di Firenze: fischio d'inizio previsto per le ore 18:00. Queste le prime dichiarazioni di mister Giampaolo: “Fino a oggi non abbiamo una storia, abbiamo fatto solo tre amichevoli e ci mancavano anche tanti giocatori. Non sono quindi in grado di capire qual è il livello della squadra, i miei parametri di riferimento sono inerenti a quegli allenamenti che abbiamo fatto fino a oggi. La squadra ha lavorato bene ma adesso dobbiamo andare a scoprire chi siamo e lo vogliamo fare con orgoglio, senso di responsabilità. Al centro della nostra idea c’è il risultato da conseguire attraverso un’idea di gioco. Tutti vogliono partire al meglio. Il risultato è sempre il sale delle partite". "Le mie emozioni? Sono fermo da quasi un anno. C'è adrenalina ed è giusto che sia così. Se le partite non scuotessero il mio io ci sarebbe un problema ma non è il mio caso. Affrontiamo una squadra rodata, forte, che si è rinforzata e ha grandi qualità. Ne siamo consapevoli ma io voglio che il Toro faccia la sua partita. Ai ragazzi dico sempre che bisogna giocare la partita e non farsi giocare dalla partita. E' una differenza sostanziale, alla fine non bisogna avere recriminazioni perchè si è dato tutto. Io penso di avere un termometro di quello che siamo oggi, ma vedremo cosa dirà il campo e poi ne parleremo". "Verdi, Edera, Falque e Rincon? Non mi invento nulla, devo rispettare le loro caratteristiche. Poi c'è chi è più funzionale e chi meno, ma non è l'argomento del giorno. Io ora devo preparare la squadra mentalmente e fisicamente per una partita importante. Il resto sono discorsi che appartengono al mercato, un argomento che oggi non va affrontato. Il mercato lo lascio al direttore col quale mi confronto tutti i giorni, ma oggi penso alla partita di domani". "Rincon gioca. Verdi è a disposizione come Edera e Falque. Di loro tre, uno non sarà convocato. Vi ho detto due undicesimi. Dite che è solo uno? Avete ragione. Ma non mi telefonate per sapere la formazione perchè non ve la dico... Prima la comunico ai giocatori e poi a voi. Rincon gioca, questo sì. E' un grande professionista, un giocatore di valore". E' Edera che non sarà convocato? "Sì perchè ha caratteristiche diverse da quello che predichiamo: probabilmente a stretto giro di posta andrà via perchè ha tante richieste e anche io sono stato interpellato su di lui. E' un'ala, dunque non si sposa al meglio con il sistema nostro". Giocatori come Segre e Buongiorno hanno le caratteristiche adatte per fare parte di questo gruppo? "Sicuramente hanno le caratteristiche comportamentali giuste e io sono molto attento e sensibile a questo. Si vede che vogliono emergere e hanno fame. Buongiorno all'inizio lo facevo lavorare a parte perchè eravamo in troppi. Forse sbagliando, ma di errori se ne commettono. Lui non si è pianto addosso, non è indietreggiato. E col passare dei giorni mi sono accorto che migliorava e che ha stoffa. Al momento è uno dei quattro centrali, poi è chiaro che anche lui deve crescere e fare esperienza. Lo stesso dicasi per Segre, in campo dà sempre tutto e io sono molto attento a questo". Che ne pensa di Lukic e Verdi? "Lukic lo alleno con continuità dall'inizio di questa settimana. Prima ha avuto problemi, poi in Nazionale ha continuato con cure mediche e lavori differenziati. Quindi lo vedo da quattro giorni. Però mi piace: ha qualità e cilindrata nel motore. E' serio e professionale. Lo vedo da mezzala, ad oggi. Verdi? Secondo me può fare il trequartista, non vedo delle difficoltà. Forse in passato ha sfiorato una convocazione in Nazionale quando il ct era Ventura e visionarono Verdi che faceva quel ruolo, dunque quel ruolo lo ha fatto. Non credo possa rappresentare un problema. Berenguer? Anche lui sta lavorando da trequarti, fin dall'inizio, anche perchè pure Verdi ha avuto problemi fisici. Alejandro non ha saltato un allenamento, sta lavorando in quel ruolo con ottimi risultati, anche lui è uno che mi piace". Come stanno Zaza e Belotti? "Lavorano bene, i report sono positivi. Quando avranno consumato le energie li sostituiremo e ne metteremo altri due per fare lo stesso lavoro. Questa è la mia idea". "L'annullamento delle amichevoli? Purtroppo dobbiamo farci i conti. Abbiamo fatto solo tre amichevoli. Non è che io sia preoccupato, è così e basta. Non voglio alibi, domani si gioca e basta. So che c'è tanto lavoro da fare ma lo avevo già detto un po' di tempo fa. Ora conta solo la partita di domani". Ci sono delle certezze a cui appigliarsi? "Il fatto che la squadra lavora bene, è coinvolta e mi segue. Se non ci fossero questi segnali sarei preoccupato ma non è così. Izzo? Lavora bene, come gli altri. Tutti lavorano bene e Armando è uno di questi". In molti immaginavano Sirigu partente. Lei come ha fatto a convincerlo a rimanere? "Io ho parlato con lui appena sono arrivato. Gli ho espresso il mio pensiero in determinate cose. Non gli ho messo nessuna fretta e gli ho detto che avrei aspettato lui con grande serenità. Ma lui non mi ha mai manifestato apertamente l'idea di andare via. Non mi ha mai detto di voler andare via. Ci ho parlato una volta, poi l'ho lasciato lavorare. A parte quel colloquio iniziale non ho fatto nulla di che. E' un problema che io non ho l'esigenza di affrontare, perchè non è un problema. C'è stata quella chiacchierata che risale a un mese fa e stop. Non c'è alcun caso Sirigu". Su Ferrari: “Se mi piacerebbe allenare Ferrari? Mi piace allenare i calciatori che ho. Parlo di quelli che ho. Il calciomercato interessa di più a voi. Nel ruolo di terzino sinistro ho l'opzione Murru, Ansaldi, Vojvoda. Uno dei tre giocherà dall'inizio, domani prenderò questa decisione. Per ognuno di questi devo fare delle valutazioni ad hoc". Quanti giocatori mancano in entrata? "Non ho le idee chiare perchè abbiamo solo fatto tre amichevoli. L'unico metro di misura sono gli allenamenti. Ora dobbiamo confrontarci con squadre importanti. La fiducia che ho, lo ripeto, è poggiata sul modo di allenarsi della squadra che è positivo". A fine mercato, potrà sbilanciarsi sugli obiettivi della squadra? "Non sono in grado di stabilire obiettivi. Anche a fine mercato non lo sarò. Io devo avere riscontri da parte della squadra. Devo vedere come giocano, quale è l'aspetto emotivo, come reagiscono alle difficoltà. Solo dopo aver fatto delle verifiche potremo stabilire degli obiettivi. Il resto sarebbero proclami che non fanno parte del mio modo di essere. Io devo lavorare e fare migliorare i calciatori. Conoscerli sempre meglio. La resa dei calciatori in determinate situazioni ambientali può essere diversa. Per questo non riesco a spingermi troppo in là. Guardo al domani". Che atteggiamento sta percependo da parte della tifoseria? "Per ora non ho mai frequentato molto la città. Mi sono concesso un paio di uscite fuori porta per due cene, per il resto sono tutto il giorno al Filadelfia. In quelle occasioni in cui sono stato a contatto con l'ambiente esterno ho notato cordialità e generosità, senso dell'ospitalità. Ma ripeto, le mie uscite sono ancora poche, anche lì non ho molto metro di misura". Domani le interessa più il risultato o vedere che la squadra recepisca i suoi insegnamenti? "Il risultato ovviamente mi interessa. Il risultato è molto importante ma io voglio vedere una squadra riconoscibile. Quindi, il risultato va raggiunto attraverso un'identità. Ma all'inizio i risultati vanno inseguiti anche in modo sporco, perchè i risultati ti aiutano ad andare avanti meglio". Che preparazione è stata, molto diversa rispetto al passato? "Abbiamo dovuto, come in tutte le cose, adattarsi alle nuove situazioni. Siamo in un posto nuovo con calciatori nuovi, è chiaro che qualche difficoltà c'è. I calciatori sono stati fermi quindici giorni e poi hanno ripreso. Anche in questo abbiamo cercato la strada giusta, quella migliore, la scorciatoia e le vie giuste". Ci sono cose in particolari che l'hanno colpita in questo mese e mezzo della città? "Quando si allena il Toro si respira qualcosa di particolare, qualcosa che non riesci nemmeno a spiegare bene con le parole, ma senti di fare parte di un qualcosa che è stato straordinario nella storia del calcio italiano: questo lo percepisco tutti i giorni. Faccio un esempio, l'altro giorno ero nella stanza dei magazzinieri e ho visto una maglia con la numero 7, di un Inter-Torino del 1967, era di Gigi Meroni. Odorava di naftalina ed era consumata. Era destinata al presidente ma quasi quasi mi è venuta voglia di prenderla io... Credo abbia un valore inestimabile. Poi ho parlato un po' con lo speaker, mi ha ricordato la leggenda del quarto d'ora granata. Al di là di quello che siamo individualmente, rappresentiamo qualcosa di importante, ma comunque questo non deve opprimere i calciatori. Le tensioni non fanno mai bene ai calciatori, che devono essere responsabili ma liberi quando scendono in campo. Cose negative da dire per ora non ne ho, magari tra un mese saprò dire". Termina qui la conferenza stampa. La squadra ora si dirigerà verso Firenze.