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L’analisi dei gol di Torino-Genoa 3-0: il ruolo di Zaza nel match di Belotti

Andrea Calderoni

Il secondo gol ci permette di capire perché Longo si affidi sempre, quando può, al tandem Zaza-Belotti. Il lancio dalle retrovie vede il lucano sull'ultimo uomo del Genoa, Zapata, mentre Belotti può stare addirittura sul cerchio centrale del campo. Il capitano è il più abile a fiondarsi sulla seconda palla e da lì si svilupperà la seconda marcatura. Senza Zaza, che può piacere o meno, sarebbe stato Belotti a contendere il pallone a Zapata e, come spesso capita, si sarebbe trovato a predicare nel deserto.

Belotti recepisce il colpo di testa di Zapata e porta il pallone, pressato da due uomini, tra cui Behrami, costretto ad inseguire il "Gallo" fin dalla metà campo. Lo spazio per il passaggio a Zaza è chiuso, lo spazio per il tiro verso la porta non c'è e allora Belotti sterza prepotentemente e si accorge che a supporto c'è Lukic. Il serbo è il più fresco tra i centrocampisti granata ed è anche quello che giustamente accompagna l'azione offensiva.

Il gol di Belotti è talmente bello che non può non vincere il premio di "giocata" della serata del capitano, ma probabilmente l'immagine simbolo della partita straordinaria del Gallo è la seguente. C'è tutto Belotti nella sterzata e nell'appoggio a Lukic. C'è la forza nelle gambe, c'è la grinta e c'è la volontà a non darsi mai per vinto.

Resta anche a terra dolorante Belotti, colpito da Edoardo Goldaniga, e non può godersi lo splendido destro di Lukic. Come detto, il serbo accompagna bene la manovra e sfrutta lo spazio concesso da Zapata per scoccare la conclusione. Soluzioni alternative non ce n'erano. Zaza era marcato, Belotti era fuorigioco. E così Lukic per festeggiare il primo gol in questo campionato non poteva scegliere modo e partita migliori.

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