Culto

Tre a uno, tre a due, tre a tre

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L'appuntamento odierno ci parla di una rimonta del Torino sul Monza nel 1999 in Serie B: "Questa partita, per quanto mi riguarda, rientra nel novero delle gare di culto per due motivi: uno è Emiliano Mondonico, l’altro è Roberto Maltagliati"

Francesco Bugnone

“Perché, perché, tre a uno, tre a due, tre a tre”

Ma come, non ne abbiamo parlato già la scorsa settimana? Ancora quel derby? No! Mica è l’unica volta in cui abbiamo rimontato tre reti di svantaggio. Ci siamo riusciti anche lo scorso anno, sgarrupati com’eravamo, in casa dell’Atalanta di Gasperini, rischiando anche di vincerla all’ultimo secondo.  Ci siamo trovati in un funambolico 4-4 col Parma. Ci siamo riusciti anche un sabato santo del 1999, in serie B, quando il Monza si ritrovò sopra di tre poco oltre la metà del primo tempo. Questa partita, per quanto mi riguarda, rientra nel novero delle gare di culto per due motivi: uno è Emiliano Mondonico, l’altro è Roberto Maltagliati.

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Ma andiamo con ordine.

Nonostante il Toro sia secondo in classifica, dietro la lepre Verona, il clima in casa granata non è tranquillo. “Colpa” delle diatriba fra Beppe Aghemo e la presidenza Vidulich col primo che cerca in tutti i modi di far vendere i genovesi e i secondi che al momento resistono. Il risultato sarà una destabilizzazione societaria che pagheremo salato l’anno dopo, ma in quel momento non conosciamo ancora gli sviluppi del tutto. La Maratona risponde con due striscioni abbastanza eloquenti: “Fiat: no grazie” e “Giù le mani dal Toro”. A posteriori ci avevano visto giusto.

Sarà che, come detto, siamo sotto Pasqua, sarà a causa delle voci che possono distrarre, ma contro il Monza di Frosio diventa subito un calvario. L’incubo ha un nome: Marko Topic, semi-carneade bosniaco che decide di trovare contro di noi la sua giornata di gloria. Non che episodi di questo tipo capitino solo ai granata, visto che ogni squadra ha più o meno esperienze simili, ma il nostro carniere è ben fornito. Topic aveva già messo paura a Bucci nelle primissime battute di gara e al 6’ punisce l’uscita tardiva di Luca con un morbido pallonetto. Toro sotto, non un dramma visto che era accaduto già nel turno prima contro la Lucchese e si era poi vinto ugualmente. La reazione dei nostri, a trazione anteriore con Ferrante e Artistico supportati da Sommese e Asta sugli esterni, sembra rimettere le cose secondo quel binario e la traversa del succitato Artistico pare il preludio al pareggio, invece no.  Domenico Cristiano, uscito in barella poco prima per una gomitata di Ciccio, si riprende in fretta e insacca di testa un traversone di D’Aversa con Bucci, ancora una volta, colpevole. A questo punto arriva il primo momento di culto.

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Cristiano festeggia un po’ provocatoriamente e passa vicino alla panchina. Troppo vicino, soprattutto se su quella panchina siede Emiliano Mondonico ed Emiliano Mondonico non puoi prenderlo per il culo. Chiedere a Mendoza, quando a Madrid la polizia caricava i tifosi: Mondo” gli sibila che tra quei tifosi c’è sua figlia e se le fosse capitato qualcosa, sarebbe stato meglio, per il presidente delle merengues, non presentarsi a Torino. Chiedere a quei romanisti che, nella pancia dell’Olimpico, dopo la finale di Coppa Italia dei tre rigori contro, se lo videro piombare addosso furente dopo una provocazione e meno male che c’era Lido Vieri a mettersi in mezzo. Figuriamoci se, con tutto il rispetto, Emiliano si fa mettere i piedi in testa da un onesto gregario di serie B. La panchina granata si alza, scatta un parapiglia, alla fine l’arbitro Paparesta sventola il rosso a Mondonico che alla fine dirà di avere agito per proteggere i giocatori a fianco a lui da sanzioni disciplinari. Aggiungerà di essersi chiarito con Cristiano. Tutto bene, quindi, è Pasqua, dai. Però se penso al mister che scatta quando qualcuno ci tocca, un pochettino godo ancora.

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L’inusuale giornata nera di Bucci continua quando deve raccogliere nel sacco il rasoterra di Topic per il 3-0. E’ il 24’: cosa diamine succede? Il pubblico suggerisce di tirare fuori i cosiddetti, ma continua a incitare. Il Toro decide che finito il momento di farsi prendere per i fondelli e inizia ad assediare la porta brianzola. Lentini di testa prova a riaprirla, ma la carambola traversa-Aldegani non è fortunata e Moro spazza sulla linea. Lo stesso Gigi, sugli sviluppi di una punizione, viene cinturato in area e Ferrante trasforma il conseguente rigore. Artistico coglie un altro palo e si torna negli spogliatoi sotto di due, ma convinti di riprenderla.

La ripresa conferma le sensazioni di fine frazione e Aldegani inizia a parare tutto, poi viene espulso Cristiano al 64’ e in dieci si fa ancora più dura per gli ospiti. Ferrante viene steso in area poco dopo e ha nuovamente l’opportunità di andare sul dischetto. Due rigori in una partita, e un numero piuttosto cospicuo in tutto il campionato: sarà mica che l’anno prima contro il Perugia è capitato davvero qualcosa odorante di bruciati che quest’anno gli arbitri hanno il dischetto facile? Comunque sia Ferrante dal dischetto è implacabile come al solito: Toro 2 Monza 3.

A una ventina di minuti dal termine c’è un calcio d’angolo per il Toro.

Roberto Maltagliati è un difensore come si deve. Duro, ma corretto, è arrivato al Torino dal Parma l’anno della grande rivoluzione calleriana. Coi ducali non gioca moltissimo, ma è titolare nella felice doppia sfida di Coppa delle Coppe contro l’Ajax. Al Toro “Malta” si piazza al centro della difesa e disputa stagioni buone e oneste, con la macchia di quel dannato mani contro la Lazio a cancellare una vittoria che avrebbe potuto essere benzina per la salvezza nel gennaio 1996. Però il nostro è uno che parla poco e continua a lavorare e, siccome il lavoro paga, conquista anche la fascia di capitano. In un’intervista dirà che il suo rimpianto in granata è di non essere stato molto personaggio e infatti avrebbe meritato qualche momento di gloria in più, però una grande gioia sta per arrivare.

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Sul corner di Lentini è proprio la testa di Maltagliati a svettare scegliendo il momento migliore per trovare il suo primo e unico gol in granata. La curva esplode, il triplo svantaggio è annullato, vogliamo il 4-3. Il Toro continua ad attaccare e Aldegani para letteralmente tutto, Sommese colpisce una traversa, il risultato non cambia più e ti ritrovi a non sapere se godere per la gran rimonta o arrabbiarti per non aver vinto, anche se, risultati alla mano, quel punto permette di fare un altro passetto in più rispetto alle inseguitrici e, nonostante questo, ciò che abbiamo messo in campo per raddrizzare la baracca è stato quasi più entusiasmante di altre vittorie giocando in maniera meno folle. Misteri del calcio, misteri del Toro.

Classe 1979, tifoso del Toro dal 1985 grazie a Junior (o meglio, a una sua figurina). Il primo ricordo un gol di Pusceddu a San Siro, la prima incazzatura l’eliminazione col Tirol, nutro un culto laico per Policano, Lentini e…Marinelli. A volte penso alla traversa di Sordo e capisco che non mi è ancora passata.

Attraverso le sue rubriche, grazie al lavoro di qualificati opinionisti, Toro News offre ai propri lettori spunti di riflessione ed approfondimenti di carattere indipendente sul Torino e non solo.

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