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I sostenitori granata però non meritano un finale di stagione smorto, arrendevole e senza spirito Toro. Messa al sicuro la salvezza (e archiviate alcune buone gare con squadre di maggiore qualità), l'allenatore e i giocatori hanno il dovere di provare fino in fondo ad arpionare quel settimo posto che al momento sembra allontanarsi di giornata in giornata. Per riuscirci devono prendere rischi e cambiare l'atteggiamento in campo, abbandonando il compassato assetto attuale che mira solo a non prenderle. La noia generata dalle due ultime gare è palese e si accompagna ad una fiera degli errori (spesso orrori) in cui si sbagliano anche i più facili controlli, passaggi, lanci e appoggi. Ma quello che è più difficile da digerire per i tifosi è il continuo giro-palla all'indietro o in orizzontale, con decine di tocchi inutili che si concludono invariabilmente con la palla al portiere.
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Chiaro che di fronte a schemi sempre uguali applicati pedissequamente da calciatori al rallentatore, gli allenatori avversari abbiano gioco facile nel predisporre contromisure efficaci. Salernitana e Sassuolo hanno bloccato le fasce, aggredito alto i centrali in fase di impostazione e rafforzato il centrocampo per sfruttare l'inferiorità numerica dei due centrocampisti granata. Risultato: partite di fatto inguardabili e senza lampi di Toro, in cui solo un paio di guizzi di Bellanova hanno permesso di creare qualche pericolo. Guardando i ritmi lenti, l'assenza di furore agonistico e i cambi ruolo su ruolo, mai in grado di dare una scossa alle gare, viene spontaneo chiedersi se davvero la squadra creda alla possibilità di giocarsi un posto in Europa, o se non abbia invece già prevalso una sensazione di pancia piena e forse di fine ciclo.
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Juric si è arrabbiato con chi sostiene che i giocatori si limitino a fare il compitino e che il livello di gioco sia mediocre. Se davvero vuole mettere a tacere queste critiche, cominci dal campo, non dalle conferenze stampa. A questo punto della stagione non c'è nulla da perdere e i sostenitori del Toro apprezzerebbero molto di piu' partite in cui si prova a vincere a tutti i costi fin dall'inizio, anche rischiando la sconfitta, di gare anonime e noiose in cui i tatticismi e la prudenza soffocano ogni scintilla di ambizione. Magari il mister puo' prendere spunto dalla garra e dall'assetto offensivo che hanno permesso a Fiorentina e Bologna di asfaltare avversari simili a quelli contro cui il Toro ha faticato a fare tre tiri in porta in tutto. L'ultima chiamata per salvare la stagione bussa alle porte. Con il Lecce si vince o si dice addio ad ogni residua speranza d'Europa. Siamo sicuri che il mister e i giocatori questo lo sanno, e sceglieranno di onorare lo spirito Toro fino in fondo.
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