Un Toro impalpabile ancora una volta lascia per strada punti importanti, destinati a pesare sulla classifica finale e sulla rincorsa all'Europa. A destare perplessità è tanto il risultato – anche se si sapeva che la Salernitana si sarebbe limitata ad alzare barricate al Grande Torino – quanto l'incapacità della squadra di trovare soluzioni e di mostrarsi arrrembante e determinata. Il dato di un solo tiro in porta contro l'ultima in classifica (reduce da quattro sconfitte consecutive, con una media di due gol subiti a gara) riassume l'incompiutezza di una squadra che non sembra avere i mezzi e gli uomini per imporre un proprio gioco contro compagini arroccate in difesa. Una delle ragioni si puo' cercare nell'assenza di giocatori di qualità superiore alla media. Questo tipo di gara di solito viene risolta da fuoriclasse capaci di trovare spazi e giocate che i normali calciatori non hanno. Purtroppo il Toro non puo' contare su dei top player ed è quindi destinato a soffrire questi tipi di scontri, come dimostrano - oltre a quella di oggi - le partite in casa con Verona, Cagliari e Sassuolo, giocate quasi in fotocopia. Per ovviare a questo limite di qualità, servirebbe una rosa più completa in tutti i reparti, con un doppio titolare per ruolo capace di garantire lo stesso alto livello di rendimento in tutte tutte le partite e in tutte le fasi delle gare.
Granata dall'Europa
Doppio passo falso
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A questo sarebbe dovuto servire il mercato di gennaio, che ai tifosi più vecchi deve invece aver ricordato lo scambio dei doppioni delle figurine, che serviva solo ad allegerire il mazzo e liberarsi di giocatori diventati irrilevanti. Sia chiaro, il mercato di riparazione è complicato, e nessuno si aspettava miracoli, ma se davvero la società avesse volute puntare all'Europa, sarebbero serviti profili diversi, a cominciare da un esterno sinistro di qualità. Sarebbe stata necessaria anche una strategia di innesti mirata a sopperire alle assenze pesanti come quelle di oggi. La panchina e i nuovi arrivati hanno invece dimostrato di poter dare una mano a mantenere la barca a galla, ma non molto di più. E' chiaro anche che gli infortuni hanno condizionato la partita, ma non devono e non possono essere una scusa. Tutte le squadre a questo punto della stagione devono fare i conti con assenze di rilievo (anche la Salernitana oggi ha dovuto reinventare tutto il pacchettto difensivo), ed è per questo che bisogna dotarsi di una rosa lunga e di qualità capace di fare la differenza nel corso di una stagione cosi' lunga e intensa. Questo primo passo falso di oggi è una brutta notizia, ma non deve aprire le porte allo sconforto.
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La distanza dalla zona coppe resta colmabile, ed abbiamo ancora due gare alla nostra portata, che andranno pero' affrontate in maniera diversa: imponendo il nostro ritmo e il nostro gioco e prendendo anche più rischi di scoprirci per garantire una fase offensiva più efficace. I punti persi in casa ci obbligano anche a cercare la vittoria fuori casa con più insistenza nel fillotto di gare più complicate che seguiranno il Lecce. Il secondo passo falso della giornata – e certo non il primo per lui – è invece quello di Juric nell'intervista dopo partita. La personalità sanguigna e immediata del mister è venuta fuori ancora una volta traducendosi in espressioni che sicuramente trascendono il messaggio che voleva dare. Pero', dopo aver giocato una partita scialba e inconsistente contro l'ultima in classifica, e pareggiato una gara che poteva invece proiettarci in una dimensione più prestigiosa, la strategia di comunicazione non è stata certamente delle più felici, ed anzi è stata una caduta di stile voler insegnare lo spirito Toro a chi da venti anni ingoia bocconi amari e promesse vane, e vede disattendere le proprie radici e i propri valori. Il mister è persona intelligente e per rispetto dei tifosi siamo certi che in futuro preparerà le sue interviste con più attenzione e magari facendosi consigliare da chi puo' guidarlo sui binari di una comunicazione più rispettosa nei confronti chi vive la propria passione per il Toro con lo spirito che ritiene più giusto.
Il Toro, il giornalismo e l'Europa da sempre nel cuore. Degli ultimi due ho fatto la mia professione principale; il primo rimane la mia grande passione. Inviato, corrispondente, poi portavoce e manager della comunicazione per Commissione e Parlamento Ue, mi occupo soprattutto di politica e affari europei. Da sempre appassionato di sport, mi sono concesso anche qualche interessante esperienza professionale nel mondo del calcio da responsabile della comunicazione di Casa Azzurri. Osservo con curiosità il mondo da Bruxelles, con il Toro nel cuore.
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