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La tregua stabilita sembra quindi più un labile cerotto che una vera medicina; servirà ben altro per ricucire la scollatura che si sta creando tra tifosi e squadra. Ma le crescenti difficoltà di rapporto tra mister, giocatori e tifosi sono solo il sintomo di un malessere più ampio. La vera frattura é quella che si sta verficando tra il cuore pulsante della tifoseria e la società. Fino ad ora, la Maratona aveva fatto una scelta precisa: tifare la maglia, a prescindere da tutto il resto. C'era quindi una sottile linea che permetteva di distinguere il tifo per un'ideale di Toro (platonico verrebbe da dire), dalla frustrazione per una società considerata non all'altezza delle ambizioni e della tradizione granata. E' quello che molti tifosi esprimono facendo riferimento al ''Torino di Cairo''come ad un'entità transitoria distinta dal ''Toro'' sempiterno. Questa separazione, per quanto ingenuamente fittizia, ha comunque avuto il merito di introdurre un modus vivendi in cui anche i tifosi più critici potessero continuare a sostenere il Toro pur mantenendo le distanze dalla società. Ora sembra pero' che i contorni di questa strana – ma funzionale - dicotomia stiano sbiadendo, e il rischio che la contestazione di estenda a tutto e a tutti, senza distinzione di sorta, diventa reale.
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Sarebbe uno scenario tragico, capace di travolgere il Toro in tutte le sue dimensioni e di lasciare sul terreno solo sconfitti. Il Toro ideale, non materializzato in una sovrastruttura storica, esiste solo nel pensiero dei tifosi, e le tribolazioni post-fallimento lo hanno mostrato con crudo realismo. Dall'altro lato pero' la sovrastruttura svuotata dalla sua ragione di esistere (incarnare un ideale di cui i tifosi sono custodi e celebranti) non ha senso. Con gli improperi, le urla di constestazione e i fischi, la Maratona sta urlando la rabbia di non sentirsi capita e chiede che i tifosi - bussola naturale del Toro – siano una parte più centrale di un progetto capace di ascoltarne necessità e indicazioni. Sta alla società dare una risposta concreta e senza ambiguità a questo grido da amante ferito e evitare una lotta del Toro contro se stesso in cui non potrebbero esserci vincitori.
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