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Questi sono i primi ingredienti dei quali vorrei disporre, quelli che renderebbero veemente il nostro Toro e gli permetterebbero di superare i propri limiti. Come in tutte le liste di questa rubrica, per il momento ci fermeremo a cinque. Forse ne aggiungeremo altri prossimamente, perché sono troppi gli eroi del nostro sport che devono essere ricordati. A pensarci bene, un team dotato di tutte queste caratteristiche sarebbe eccessivo: su uno solo di questi talenti si è fondato il trionfo dei più grandi e miscelarli tutti insieme sarebbe una combinazione deflagrante, un cocktail superspeciale sì, ma talmente concentrato da risultare imbevibile.
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Però ciascun elemento può essere una meta a cui tendere, non solo per i nostri campioni in granata, ma per ognuno di noi, comuni mortali che non abbondiamo in risolutezza, classe, caparbietà, fortezza, esuberanza.
Potrebbe essere un ideale, un programma su cui lavorare perché, come dice Vasco Rossi in Cambia-menti: Si può cambiare solo se stessi. Sembra poco ma, se ci riuscissi, faresti la rivoluzione.
Proviamo a farla, questa rivoluzione.
Solo non tentando, siamo sicuri di fallire.
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