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Rampanti: “Torino, io ritirerei la maglia numero 11 di Pulici”

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Parola al Mister / Serino analizza così i temi di casa Toro dopo la sconfitta di Firenze
Gianluca Sartori Direttore 

Il Torino esordisce in campionato perdendo a Firenze ed è il momento di commentare quanto accaduto al “Franchi” nel primo appuntamento stagionale con “Parola al Mister”, la sempre apprezzata rubrica di Toro News in cui commentiamo insieme a Serino Rampanti i temi più caldi di casa Toro. Così l’ex allenatore e giocatore granata riflette sul momento della squadra affidata a Marco Giampaolo.

Serino, che pensi di Marco Giampaolo?

“Io rispetto sempre tutti gli allenatori, quindi ben venga Giampaolo. E’ un allenatore caratterizzato dal fatto di avere una idea ben precisa di calcio. Di conseguenza va assecondato dal club, che sa chi ha preso nel momento in cui ha fatto la scelta e dunque dovrebbe mettere a sua disposizione gli elementi che meglio si adeguano ai suoi principi".

Nel primo tempo di Firenze, hai visto quello che ha visto lui, cioè una squadra che ha provato ad applicare quel che chiede?

“Può essere, ma dopo un po’ è stato palese il calo fisico della squadra. Diamo a Giampaolo l’attenuante delle amichevoli saltate per il Covid e speriamo che sia solo questa la spiegazione. In ogni caso ripeto che per me una squadra è come un mosaico, in cui ogni tassello deve incastrarsi al meglio con gli altri. Perché questo sia possibile, deve avere la grandezza e la forma giuste. Allo stesso modo, a Giampaolo servono giocatori con le caratteristiche giuste e nella rosa attuale vedo troppe incongruenze”.

Quali?

“Partendo dalla difesa, Izzo e Ansaldi non possono giocare terzini. Armando è un centrale da difesa a tre, non ha le caratteristiche fisiche e tecniche per fare qualcosa di diverso. Lo si può adattare per una volta, ma non si può pensare che strutturalmente lui possa fare quel ruolo. Un giocatore non lo cambi, a quasi trent’anni. Lo stesso dicasi per Ansaldi. Che è bravo più nella fase offensiva che in quella difensiva. Dunque, meglio da esterno a tutta fascia del 3-5-2 che laterale della difesa a quattro. A centrocampo, Rincon non è certo un regista: non ha i piedi e i tempi di gioco per esserlo nonostante sappia aiutare la difesa. Nutro sempre qualche dubbio su Meité, che ritengo lento di gambe e di testa. E chi gioca trequartista? Speriamo che Verdi e Berenguer possano adattarsi".

Sul capitolo trequartisti?

“Speriamo che Verdi o Berenguer possano adattarsi, ma pensare che possa essere uno di loro due la soluzione ideale per interpretare quel ruolo da apice del centrocampo in una disposizione a rombo del centrocampo è purtroppo sbagliato. Se si vorrà migliorare nel prossimo futuro, prenderei un giocatore anche lì dietro le punte, non mi pare lo possa fare Falque che il meglio lo ha sempre dato sulla fascia destra, negli altri ruoli si è perso. Insomma, allo stato attuale delle cose Giampaolo deve adattarsi lui ai giocatori e si tratta di un lavoro duro”.

E in avanti?

“In generale, credo che un direttore sportivo bravo lo si vede da come compra ma soprattutto da come vende. Il Torino tutt’ora ha troppi giocatori che andrebbero ceduti ma è andato via solo Aina. So che è un mercato complicato perché circolano pochi investimenti ma un bravo direttore sportivo trova lo stesso le soluzioni. Scendendo nei particolari, sai bene cosa penso di un certo giocatore. Credo che purtroppo quello che ho sempre detto in questa rubrica in questi anni trova riscontro nei fatti. Ci sono delle note dolenti che la società deve saper risolvere”.

Insomma, Zaza andrebbe venduto, secondo te.

“Oppure c’è un’altra soluzione. Voglio lanciare questa provocazione. Ogni tanto mi viene in mente il tema delle maglie ritirate in Italia. Lo ha fatto il Napoli con la 10 di Maradona, l’Inter con la 3 di Facchetti, il Milan con la 3 di Maldini. Il Torino ovviamente non ha potuto ritirare tutte le maglie dei giocatori del Grande Torino periti a Superga. Però la maglia numero 11 di Pulici la ritirerei, piuttosto che affidarla a giocatori non all’altezza”.

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