ESCLUSIVA

Daspo in Maratona, gli avvocati a TN: “C’è un accanimento, ma Cairo è estraneo”

Gianluca Sartori Direttore 

Quali saranno i prossimi passi della strategia difensiva?

Lazzaro: “I ricorsi al Tar sono atti dovuti nei casi in cui non ci sono stati episodi di violenza. E poi c’è il profilo del penale, che è abbastanza preoccupante. Come sapete, la violazione dell’art. 6 è punita con una pena almeno di un anno. Il fatto stesso di essersi fatti “beccare” davanti a un locale “proibito” porta a un rischio di questo tipo”.

Campagna: “Il ricorso al Tar ha un costo di 650 euro per il contributo unificato, escluse ovviamente le spese legali. Non tutti se lo possono permettere, specie se si parla di ragazzi giovani. E poi il proliferare di iscrizioni di notizie di reato ha creato un numero di procedimenti penali che vengono assegnati a vari magistrati. Noi stiamo lavorando per far sì che tutto possa concentrarsi nelle mani di un solo magistrato, così da avere un unico interlocutore che possa avere uno sguardo d’insieme sulla situazione. Inoltre, l’altro obiettivo è avere un provvedimento da parte di un giudice che possa stabilire cosa si può fare e cosa non si può fare, altrimenti continueremo così per chissà quanto tempo”.

Credete che la società Torino abbia avuto un ruolo in tutta questa vicenda? Nell’opinione pubblica si è ormai diffuso un convincimento secondo cui la Questura avrebbe agito di concerto con il presidente Cairo, intenzionato a “punire” i suoi contestatori…

Lazzaro: "Lo escludo, non c'entra niente". 

Campagna: “Il presidente Cairo può piacere o non piacere, si può essere d’accordo o meno sulla gestione societaria, ma è chiaro che non c’entra assolutamente niente. E’ il primo a voler vivere in un paese dove le norme vengano applicate in modo corretto. Si possono imputare a lui errori sul piano della gestione calcistica, ognuno di noi – e lo dico da tifoso granata – vorrebbe che rovesciasse nelle casse del club fior di milioni per poter vincere il campionato. La realtà però dice che noi non abbiamo nessun elemento per ritenere che la società c’entri qualcosa. Inoltre, escludo che la Questura di Torino sia al soldo di uno o dell’altro. La Questura fa il suo lavoro nel modo che ritiene giusto. Noi riteniamo che abbia torto e noi lavoreremo perché questo emerga nelle sedi appropriate”.

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