ESCLUSIVA

Daspo in Maratona, gli avvocati a TN: “C’è un accanimento, ma Cairo è estraneo”

Gianluca Sartori Direttore 

Ci sono stati altri episodi oggetto di contestazione?

Campagna: “Sì, un altro episodio è stato l’incontro andato in scena tra alcuni esponenti della curva Maratona e l’allenatore Ivan Juric al Filadelfia ad inizio novembre (si è trattato del “chiarimento” successivo al famoso episodio del dito medio del tecnico verso la curva durante Torino-Sassuolo, ndr). E’ stato allargato il campo di applicazione della norma come se abbracciasse tutti i comportamenti in qualche modo riconducibili alla fede calcistica. E la questione diventa seria perché, ovviamente, c’è anche l’aspetto dei procedimenti penali collegati. Si parla di un confronto che è stato sereno e soprattutto concordato tra le parti, ma questa viene considerata una violazione del provvedimento Daspo in quanto teoricamente si è assistito ad un allenamento. Peraltro, a dire il vero, l’incontro tra tifosi e allenatore è andato in scena al termine della seduta di lavoro della squadra”.

Lazzaro: “L’altro episodio è la contestazione andata in scena durante Torino-Sassuolo: i ragazzi sono stati accusati di aver apposto dei nastri bianchi e rossi per tenere vuoto il settore centrale della curva, impedendo così ad altri tifosi di accedere in quel settore. Ciò è accaduto solo per i primi 15 minuti della partita e non ci sono state assolutamente testimonianze di atti di violenza o prepotenza, anzi, si parla di una protesta condivisa da ultrà e non ultrà. Questo solo episodio è stato ritenuto meritevole di Daspo anche nei confronti di chi non era precedentemente gravato da diffida. Fortunatamente la Procura ha ritenuto di presentare richiesta di archiviazione per alcuni di questi casi, e alcuni Gip non hanno dato la convalida, in quanto gli episodi sono stati ritenuti non allarmanti socialmente; in questi casi solitamente il procedimento penale parte in automatico, parallelamente a quello amministrativo”.

Non ci sono stati episodi di violenza nei confronti di chi magari voleva entrare sugli spalti?

Lazzaro: “Abbiamo indagato e non ci risulta assolutamente. Il fatto stesso che alcuni Gip non abbiano convalidato alcuni procedimenti penali lo conferma”.

E’ solo la Questura di Torino ad aver intrapreso questo atteggiamento di massima intransigenza, a quanto vi risulta?

Campagna: “Non possiamo rispondere con precisione a questa domanda, quello che pensiamo è che ci sia un’interpretazione delle disposizioni non consentita dall’ordinamento. Qui bisogna capire se è possibile interpretare la norma allargando il suo significato a tal punto che uno possa prendersi un Daspo e un processo penale perché stava in corso Cosenza invece che in via Tripoli. Restrizioni della libertà personale devono essere meritate e congrue. Altrimenti diventa difficile, per queste persone destinatarie di continui provvedimenti, percepire la portata sanzionatoria. Occorre far capire al cittadino i suoi errori. Se invece non c’è un fondamento, è normale sentirsi perseguitati dalle autorità. Bisogna fare in modo che in questa città si ritrovino ragionevolezza e buonsenso”.

Lazzaro: “Ciò vale soprattutto per i residenti nei dintorni dello stadio, ossia le zone che diventano off-limits in caso di divieto di avvicinamento allo stadio. Per loro, durante le partite, scattano di fatto dei veri e propri arresti domiciliari”.

Campagna: “Credo, peraltro, che la tifoseria granata sia tra quelle in Italia che nel tempo meno hanno dato problemi di ordine pubblico. Torino molto raramente è stata teatro di scontri. Occorre fare una riflessione, perché l’eccessivo ricorso allo strumento Daspo ne svaluta il valore e l’efficacia”.

tutte le notizie di