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Bava: “Vagnati? Spero ci sia sinergia. Nel 2016 potevo prendere Zaniolo ma…”

Redazione Toro News

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Bava ha proseguito raccontando la sua carriera, partita nei dilettanti e culminata con la promozione a ds del Torino lo scorso anno: "Io quest'anno ho assaporato il campo di Serie A per la prima volta, ma io arrivo dai dilettanti e ne sono orgoglioso. Io lo scorso anno nonostante fossi il direttore sportivo del Torino, finita una partita del Torino andai alle 5 di pomeriggio a vedere una partita di Eccellenza perché ho amici che giocano in Eccellenza. Il giorno dopo sul giornale si chiesero cosa ci facesse il ds del Torino a una partita di Eccellenza, ma io penso che - a parte la mia ultima estromissione dal ruolo di direttore sportivo - se noi perdiamo l'umiltà e tornare a vedere i campi da cui siamo partiti, poi i veri valori del calcio vengono a mancare. Si può arrivare in Serie A anche partendo dai dilettanti, ci vuole applicazione e studio, trasmettendo sempre la voglia di imparare. Anche io a 56 anni sto studiando l'inglese perché bisogna sempre cercare di applicarsi e migliorarsi".

Poi ancora: "Io ho fatto la gavetta per vent'anni, in Serie D o C non è scovare il talento ma è più intravedere una qualità in giocatori già formati. La bravura di un allenatore lì è quella di far crescere laddove si hanno margini di miglioramento. Il vero talento lo vedo più nel settore giovanile della Juve, del Torino, del Milan o dell'Inter dove ci sono degli esperti che lavorano per quello e sono dei top. Io due settimane fa ho fatto una relazione al presidente del Torino e gliel'ho inviata, per me quest'anno è l'ottavo anno di Primavera che faccio e tra Sesia, Longo e Coppitelli abbiamo sfornato 96 giocatori che oggi fanno A, B o C. Sei finali su sette anni della Primavera, due scudetti Berretti e 12 tornei internazionali vinti. Il lavoro deve essere di pari passo quello di vincere titoli e sfornare giocatori. Oggi pomeriggio parlando con un giocatore di Serie A gli ho detto: "Finché c'è spirito di appartenenza tieni alto lo spirito del settore giovanile, se tu ti appiattisci e sei soltanto tecnico e teorico e non metti qualcosa di tuo diventi piatto". Non basta saper spiegare bene al giocatore, devi dirgli come si deve allenare, come si deve comportare fuori dal campo, come deve mangiare. Quando escono dalla Primavera del Torino i giocatori devono capire che devono andare a giocare a Reggio Calabria, a Matera nei campi dove brucia l'erba. Devi istruire i giocatori a diventare professionisti".

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