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Serie A, Pozzo sulla ripresa: “Troppi rischi, i playoff la soluzione”

Luca Sardo

Il punto / Il patron dell'Udinese: "Il problema per la ripresa della Serie A non è il protocollo medico ma la fretta senza buon senso"

Il patron dell'Udinese Giampaolo Pozzo ha parlato del tema caldo di questo momento, ovvero la ripresa della Serie A. “Perché non voglio che la Serie A riparta a metà giugno? Perché bisogna usare il buon senso. Mi sembra assurdo incaponirsi su questa accelerazione. Io non dico che non si debba ricominciare il campionato, ma che lo si deve fare in sicurezza” ha dichiarato a Repubblica il presidente dell’Udinese. “Il punto non è il protocollo in sé, ma il fatto che siamo quasi a fine maggio e che le forzature non servono a niente. Un calendario come quello ipotizzato non è applicabile: si rischiano soltanto infortuni a catena. Bisogna trovare soluzioni diverse. Una può essere quella dei playoff e dei playout. In ogni caso l’Uefa aveva indicato il 2 agosto come data limite per potere giocare le coppe e si può anche ragionare con l’Uefa di questo”.

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LA RIPRESA - Continua poi il patron bianconero: "Non siamo d'accordo sul fatto di tornare a giocare il 13 giugno, è un insulto all'intelligenza. Se ascoltiamo qualsiasi preparatore atletico dirà che, dopo due mesi di inattività, al calciatore serve come minimo un mese di allenamento vero. Allenamenti agonistici, con la palla, con le partitelle, con scontri fisici. Oggi ci stiamo ancora allenando con gradualità. I calciatori hanno bisogno di giocare e sarebbe opportuno trovare una soluzione logica per giocare evitando infortuni, quindi fare un mese di allenamenti. Si guarda con trionfalismo alla Germania, ma loro già hanno 16 infortunati e stanno giocando solo una partita alla settimana; da noi se ne vogliono giocare due a settimana, dopo esserci allenati 15 giorni. Sono favorevole a ripartire, ma in sicurezza. C'è ancora il tempo per iniziare, ma facciamolo con il cervello". E sul rischio che per salvare la stagione in corso si comprometta la prossima, Pozzo conclude: “Io sono di questo parere: per finire questa, facciamo tutti i compromessi possibili, a cominciare dalle porte chiuse. Ma non mettiamo a repentaglio il resto. E se la prossima stagione non si potrà giocare con gli stadi aperti, lasciamo perdere”.