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Il Granata della Porta Accanto

Presidente Cairo, se non bastano neanche 50 milioni…

Alessandro Costantino

Non inganni la sonante vittoria contro i campioni di Turchia del Trabzonspor, il Toro va rinforzato subito

Non entrerò nel merito della vicenda della cessione di Bremer alla Juventus perché sono convinto sostenitore della filosofia più volte spiegata da Davide Nicola anche quando allenava il Torino: è inutile sprecare energie nervose in ciò che non dipende direttamente da noi stessi, o comunque sul quale non possiamo influire. Traslato sulla vicenda Bremer è chiaro che avrei preferito che fosse stato ceduto a qualunque altra squadra tranne che alla Juve, ma il giocatore era sul mercato per sua stessa volontà e l'offerta migliore e più vantaggiosa per tutti è arrivata da Venaria per cui aveva poco senso rifiutare per tirare alla lunga questa telenovela senza poi magari ottenerne gli stessi benefici economici. Chi segue i miei pezzi conosce la mia intransigenza sul discorso acquisti dalla Juve, per il quale ho zero tolleranza: non abbiamo necessità di cercare i loro giocatori, né in generale di comprare giocatori che abbiamo vestito la maglia bianconera perché il mondo è grande ed è pieno di bravissimi calciatori per cui questo tipo di selezione è facilmente attuabile in nome di un senso di appartenenza e di difesa dei nostri valori. Non possiamo al contrario imporre una destinazione, o meglio imporre la rinuncia ad una destinazione (la Juve), a chi lascia la famiglia granata. Il potere di calciatori e procuratori è oggi enorme e poco possono fare le società perché quasi sempre sono in posizione di debolezza.

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Ad ogni modo il vero nodo sulla questione Bremer non è tanto dove e come giocherà il brasiliano il prossimo campionato quanto cosa si farà con i quasi 50 milioni ricavati dalla sua cessione. Diceva il "vate" Ventura, aziendalista nato, personaggio per il quale non ho mai nutrito particolare simpatia sebbene vada sempre ringraziato per il lavoro che ha fatto al Torino, che è più importante chi arriva rispetto a chi parte. Ebbene, oggi con 41 milioni virtualmente in tasca (più altri 7 potenziali) quello che mi aspetto è di iniziare a vedere arrivi in maglia granata: a tre settimane dall'inizio del campionato tergiversare ulteriormente diventerebbe un peccato mortale con conseguenze dalle tinte fosche. Bremer era da vendere per far decollare il mercato e avere la certezza di disporre di una certa liquidità per "fare la spesa". Adesso che la "madre di tutte le plusvalenze" è stata fatta, bando agli indugi e si raccolga quanto è stato seminato in queste settimane di mercato. Juric si aspetta 8 giocatori di cui 3-4 titolarissimi: Vagnati ha davvero imbastito la tela delle contrattazioni al punto da poter chiudere sui principali obbiettivi individuati? Se è così, quale ostacolo c'è oggi alla conclusione di molte di queste trattative precedentemente avviate? Non mi illudo che Cairo vorrà reinvestire tutta la somma ricavata da Bremer, ma non penso che possa esimersi dall'utilizzarne almeno la metà. La piazza è sfibrata e sfiduciata da 17 anni di mercati condotti a vendere bene e comprare tirando al massimo. Nessuno chiede a Cairo di comprare un altro Verdi a cifre folli, ma la squadra dell'anno scorso è stata smontata e non c'è santo che tenga: va rimontata, e anche bene!

Non voglio credere alle voci che parlano di uno Juric pronto alle dimissioni, così come non voglio credere che la società non abbia chiaro cosa ha chiesto l'allenatore. Il Toro visto nelle prime amichevoli ha mantenuto l'impronta data dal suo allenatore, ma non inganni la sonante vittoria contro i campioni di Turchia del Trabzonspor: va rinforzato e va fatto subito, senza se e senza ma. Se anche con 50 milioni in tasca Cairo non riesce a fare nulla per venire incontro ai tifosi granata, ai sogni ed alle aspettative di un popolo che cerca pace e continuità da ormai troppi decenni, beh, allora non resta che constatare che il suo tempo al Toro è bello che terminato. Gli resterebbe un'ultima mega plusvalenza da mettere a segno: quella derivata dalla vendita del Torino. La faccia e ne usciremo tutti vittoriosi…

Da tempo opinionista di Toro News, do voce al tifoso della porta accanto che c’è in ognuno di noi. Laureato in Economia, scrivere è sempre stata la mia passione anche se non è mai diventato il mio lavoro. Tifoso del Toro fino al midollo, ottimista ad oltranza, nella vita meglio un tackle di un colpo di tacco. Motto: non è finita finché non è finita.

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