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Il Ducato di Savoia, sollecitato da Luigi XIV ad allearsi con i franco-ispanici per questioni strategiche, intuì che il conflitto si sarebbe giocato in Italia e maturò la decisione di allearsi con gli Asburgo, che in caso di vittoria avrebbero garantito allo Stato sabaudo la piena indipendenza. Se viceversa Vittorio Amedeo II si fosse alleato con i Francesi, la sudditanza dei Savoia rispetto allo Stato francese sarebbe proseguita per altri decenni.
La decisione fu rischiosa e persuase Luigi XIV ad avviare operazioni belliche tese a punire la "volpe savoiarda" traditrice per annettere i suoi territori alla Francia. Prese d'assalto Susa, Chivasso, Ivrea, Nizza e Vercelli, fu inevitabile che lo scontro si spostasse verso la celebre Augusta Taurinorum. Il 14 maggio 1706 Francesi e spagnoli asserragliarono il capoluogo piemontese con un esercito costituito da 44 mila unità. La città era protetta da appena 10 mila soldati, ma poteva contare su uno dei complessi fortificati più solidi e temuti d'Europa.
Il 17 giugno il duca Vittorio Amedeo II si diresse con la sua cavalleria verso le retrovie borboniche, attaccando i reparti e le linee di rifornimento. L'azione fu provvidenziale perché aiutò i piemontesi a guadagnare tempo prezioso in attesa dell'arrivo dell'armata di soccorso imperiale, capitanata dal Principe Eugenio di Savoia-Soissons. Il 1 settembre Eugenio e il duca Vittorio Amedeo ricongiunsero i due eserciti e salirono sulla collina di Superga, per studiare il piano di battaglia. Lo scontro finale avvenne il 7 settembre e durò un paio d'ore. Le truppe sabaude sconfissero l'avanzata dell'esercito franco-ispanico e convinsero Luigi XIV a ritirare le sue truppe dai territori piemontesi conquistati in precedenza.
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Luigi Amedeo di Savoia aveva scelto il colore granata come tono ufficiale per la Brigata Savoia. In seguito alla liberazione di Torino ciascuno dei militi della Brigata portava intorno al collo un fazzoletto color sangue. Alcune fonti riferiscono che ciò fu dovuto al desiderio di onorare un messaggero incaricato di portare la notizia della vittoria, perito durante il tragitto.
Certamente, la maglia granata non è una prerogativa solo del Torino. Anche il Trapani, Noto, Acireale, San Giorgio 1926, Ercolanese, Reggiana, Cittadella e molte altre indossano la caratteristica coloritura rossastra. Alcune di queste, come il Bitetto, L'union Clodia Sottomarina e il San Felice Aversa Normanna adottarono il colore per rispetto e vicinanza al Grande Torino in seguito agli avvenimenti nefasti di Superga; omaggio che fu imitato anche all'estero, ad esempio dalla squadra argentina River Plate. Il River Plate fu la prima squadra, inoltre, ad aiutare il Torino con donazioni e partite amichevoli il cui ricavato fu destinato interamente al team piemontese.
Si dice che vi sia anche un'altra versione relativa alla scelta di usare il granata come colore ufficiale. La più popolare vuole che a ispirare il fondatore della società granata Alfred Dick fosse stato il club svizzero del Servette. Essendo un tifoso della squadra Dick avrebbe deciso di omaggiarla selezionando anche per il Torino lo stesso tipo di colore. Quale che sia la vera ragione della scelta, non ci piove che tra vincere un assedio liberando la Cittadella ed essere un fan di una squadra elvetica chiunque preferirà sempre la prima versione.
Laureato in Lingue Straniere, scrivo dall’età di undici anni. Adoro viaggiare e ricercare l’eccellenza nelle cose di tutti i giorni. Capricorno ascendente Toro, calmo e paziente e orientato all’ottimismo, scrivo nel segno di una curiosità che non conosce confini.
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