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Atalanta, l’attacco è il motore della banda Gasp. Ma col Toro mancherà Zapata…

Silvio Luciani

L’attacco della Dea è una macchina da gol: senza Zapata sarà Muriel a guidare il reparto contro il Torino

Non c’è dubbio: l’Atalanta degli ultimi anni è stata una vera e propria macchina da gol. Nonostante la cessione del Papu Gomez nello scorso mercato di gennaio, Gasperini ha saputo reinventare il proprio attacco dando continuità ad un giocatore come Luis Muriel, che per indole è sempre stato incostante. Nell’ultimo campionato, poi, complice l’esplosione di Muriel, le prime punte schierate da Gasp sono state due: una variante del tradizionale sistema dell’allenatore atalantino reso possibile grazie alla duttilità dei due colombiani, Muriel e Zapata.

ASSENZE - Duvan Zapata, però, non sarà della sfida. Il numero 91 della Dea ha infatti riportato un trauma contusivo distorsivo al  ginocchio destro e dovrà stare fuori per un mese. Gasperini, però, può contare su un vastissimo parco attaccanti: per l’esordio in campionato contro il Torino è già pronto il tridente composto da Muriel, Ilicic e Miranchuk. Proprio Ilicic, uno degli artefici dell’esplosione atalantina degli ultimi anni, sembrava in procinto di partire durante l’estate (il Milan era sulle sue tracce) ma alla fine è rimasto per essere protagonista.

TATTICAMENTE - Dopo un fisiologico rodaggio iniziale, la banda di Gasp ha iniziato a padroneggiare sia il modulo con due punte che quello classico con due trequartisti e un solo attaccante. Due varianti dello stesso impianto che però offrono soluzioni diverse alla fase di costruzione della Dea, che con due punte larghe va a supporto delle catene esterne per lasciare il centro dell’area all’attaccante opposto ma soprattutto all’inserimento dei centrocampisti. Ciò non toglie che il Torino dovrà faticare per contenere il reparto offensivo dei bergamaschi, guidato da un talento come Muriel, che ha segnato 40 gol negli ultimi due anni ad una media di un gol ogni 67 minuti. Un dato che conferma quanto il 9 colombiano sia arrivato, finalmente, all’apice della propria carriera.