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Il Tema

Belotti, Juric può valorizzarti: Budimir, Di Carmine e Simeone insegnano

Andrea Calderoni

Lo storico di Juric dice che gli attaccanti possono rendere sotto porta, come successo a Budimir al Crotone o a Simeone al Genoa

Con Ivan Juric in panchina come rendono gli attaccanti? L'analisi risulta interessante, soprattutto in chiave Belotti: nel caso in cui il tecnico garantisse al giocatore le possibilità anche tattiche per valorizzarlo al meglio, salirebbero sicuramente le possibilità del suo rinnovo. Per parlare del feeling tra Juric e i suoi attaccanti, cronologicamente bisogna partire dalle ultime due stagioni, quelle vissute dall'allenatore croato al "Bentegodi" con l'Hellas Verona. Nell'annata 2019/2020, la prima di Juric con i gialloblù, la vera sorpresa offensiva, in particolar modo della prima parte della stagione, fu la punta centrale Samuel Di Carmine. Segnò 8 reti in 22 presenze, non uno score da trascurare per un giocatore che così bene in Serie A non ha mai fatto (e non si è più ripetuto su quei livelli): fu esaltato dalle richieste di gioco verticale di Juric. Meno bene andò ad altri attaccanti. Ad esempio, Mariusz Stepinski segnò poco, confermandosi ottimo attaccante per la Serie B, ma non così adatto alla titolarità in Serie A. Per la vecchia volpe Giampaolo Pazzini le reti in 15 spezzoni, invece, furono 4, tra cui una al Torino di Walter Mazzarri. Pazzini da ripiego di lusso, dunque, diede il suo apporto.

SCORSA STAGIONE - Nell'ultima stagione, 2020/2021, l'Hellas si è aggrappato ai gol del centrocampo, soprattutto a quelli di Barak e Zaccagni. Nessun attaccante gialloblù ha tratto giovamento dalla cura Juric, almeno dal punto di vista realizzativo. Nikola Kalinic no bene, Kevin Lasagna improduttivo, sebbene per caratteristiche fosse perfetto per le esigenze tattiche del croato, e Eddie Salcedo in crescita ma con appena 3 reti in un intero torneo, anche per aver giocato spesso da trequartista. Per il rapporto minuti/gol il miglior attaccante dell'Hellas è stato Andrea Favilli: 2 reti in 332 minuti. Nessuno, dunque, è riuscito a ripetere l'exploit di Di Carmine, non andandoci nemmeno vicino.

ESEMPI IMPORTANTI - Andando indietro nel tempo, è invece da sottolineare come nel 2015/2016 ai tempi del Crotone, tra Serie B e Coppa Italia, Juric fece letteralmente esplodere il connazionale Ante Budimir (17 reti), supportato a livello realizzativo dai vari Ricci, Stoian, Torromino e Palladino. Il Crotone di Juric, infatti, a differenza dell'Hellas di Juric, fece leva quasi esclusivamente sul reparto offensivo per andare in rete, attingendo molto poco dagli altri reparti. All'esordio da primo allenatore con il Mantova, nella stagione 2014/2015, invece nessuna punta centrale sfondò il tetto delle 5 marcature. I migliori in tal senso furono Said Ahmed Said e Niccolò Zanetti. Ma un dato colpisce più di tutti gli altri quando si parla del rapporto Juric-attaccanti, quello inerente a Giovanni Simeone nell'annata 2016/2017, la prima di Juric con il Grifone. In quell'annata l'argentino visse la sua prima esplosione in Serie A e segnò ben 13 gol, tutti con il tecnico in panchina. Dunque, i casi di Budimir, Simeone e Di Carmine possono far stare Belotti tranquillo: Juric sa valorizzare gli attaccanti.