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”Il direttore generale? Indispensabile!”

Redazione Toro News

di Valentino Della Casa - E alla fine arrivò l'annuncio. Antonio Comi è diventato ufficialmente il primo direttore generale dell'era Cairo, un ruolo decisamente invocato da Toro News per bocca dei tifosi e dei...

di Valentino Della Casa - E alla fine arrivò l'annuncio. Antonio Comi è diventato ufficialmente il primo direttore generale dell'era Cairo, un ruolo decisamente invocato da Toro News per bocca dei tifosi e dei tanti appassionati di calcio e di Toro, che sanno quanto sia fondamentale una figura di questo tipo una società ben strutturata, che voglia costruire qualcosa in più del semplice obiettivo stagionale. Ma quali sono i compiti di un dg? Qual è il ruolo reale di una figura di questo tipo in una società? A che livello può incidere nel rendimento di una squadra l'ingresso di un dirigente di questo tipo? Per rispondere a questo quesito ci siamo rivolti a due dei più stimati direttori generali del panorama italiano, con esperienza decennale non solo nel mondo del calcio, ma più ampiamente dello sport: Michele Uva e Fabrizio Lucchesi, nomi entrambi associati al Toro proprio in questi ultimi tempi per il posto assegnato poi ad Antonio Comi.Per Michele Uva parla il curriculum: dopo aver cominciato nel basket (a Bologna e Treviso), è stato assunto dal Parma di Tanzi a ricoprire la carica di dg, nel periodo d'oro dei crociati che in quegli anni vinsero anche la Coppa Uefa. Sul ruolo del direttore generale, l'attuale dirigente FIGC è subito molto chiaro: “Un dg è una figura non fondamentale, ma indispensabile per una qualsiasi società, sia essa di calcio, basket o qualsiasi altro settore, sportivo e non. Il direttore generale è un coordinatore, un amministratore cui tutto confluisce per poi costituire un tramite direttamente con il Presidente. Le sue capacità devono emergere soprattutto da un punto di vista gestionale/organizzativo: è lui ad esempio a stabilire chi fa il mercato, nominando un direttore sportivo, è lui che pensa ad un direttore marketing, coordinando con questa figura le varie strategie sulla promozione del brand dell'azienda. Ogni società che si rispetti deve avere il direttore generale, pena una grandissima e controproducente confusione all'interno dell'organo dirigenziale, cui, si sa, deve partire tutto”.Della stessa idea è il dg del Pescara (con trascorsi all'Empoli e soprattutto alla Roma, che definisce “la mia grande e forse irripetibile occasione”) Fabrizio Lucchesi, che alcune voci davano come candidato principale, al termine di questa stagione sportiva, al ruolo di direttore generale del Torino. Anche in questo caso, le parole chiave rimangono due: “Coordinare e ottimizzare. Sono queste le funzioni che un direttore generale deve avere, dato che si tratta di una figura che risponde direttamente al presidente ed è responsabile di tanti altri settori, che sono a lui subordinati. Nel calcio, poi, si verifica una situazione particolare: ci possono essere i dg che hanno anche vasta mobilità per quanto riguarda la gestione prettamente sportiva della società, e chi meno. Dipende dalle scelte presidenziali, oltre che dalle attitudini proprio del dirigente. Come mai parliamo di dg che fa anche il ds? Perchè la gestione sportiva è caratterizzante le società in cui lavoriamo, ovviamente, ed è per questo che un certo supporto debba giocoforza esserci, ma ripeto c'è chi da margini di manovra decisamente ampli al proprio direttore sportivo, e chi meno”.Lucchesi, poi, si sbilancia anche su Comi: “Non è un obbligo avere un dirigente che conosca la piazza, ma a Torino, forse, può diventare una scelta vincente: chi sa già come gestire gli umori ambientali e le varie situazioni che sono diverse in ogni società può ridurre il proprio margine d'errore. Se un dg è una figura fondamentale? Provo a spogliarmi di queste vesti, per cercare di essere il più oggettivo possibile e non solidale con la categoria (ride, NdR). Direi che un coordinatore sia necessario non solo in una società calcistica, ma in ogni società ben strutturata, che voglia impostare un discorso basato sulla programmazione. Se tutti i reparti funzionano bene è merito di chi sa gestirli per loro, e poco importa se alla fine sia un Amministratore Delegato o un direttore generale: il ruolo è praticamente lo stesso, cambia solo il nome”.Ora la palla passa in mano a Comi. Che il ruolo fosse basilare, ora non ci possono essere proprio più dubbi.