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La storia di Izzo: l’infanzia a Scampia, la squalifica ridotta e quel processo ancora in corso

Redazione Toro News

Armando nasce e cresce in una delle periferie più pericolose d'Italia. Nel 2016 viene coinvolto in un presunto caso di calcioscommesse...

"Il Torino ha acquistato Armando Izzo: il difensore è un nuovo calciatore del Toro, dopo la chiusura della trattativa per un costo di 10 milioni al Grifone. Ma chi è Armando Izzo? Scopriamo meglio il giocatore, ma soprattutto la persona Armando, tra l'infanzia difficile tra i palazzi di Scampia e la vicenda (ancora in corso) per un presunto coinvolgimento in un caso di calcioscommesse.

"L'INFANZIA A SCAMPIA - La storia di Armando non è quella di un calciatore qualsiasi: primo di tre figli di una famiglia povera, Izzo nasce e cresce in una delle periferie più pericolose d'Italia, quella di Scampia - alle porte di Napoli. Armando perde il papà a dieci anni e diventa di fatto il capofamiglia, e in una realtà come quella della banlieu partenopea le strade possono diventare molto pericolose. "Saremmo finiti in braccio alla camorra, sempre in cerca di manovalanza, senza due miracoli" racconterà Izzo alla Gazzetta dello Sport, definendo un "miracolo" il suo successo col calcio, un successo che di fatto ha salvato lui e la sua famiglia dalla criminalità organizzata. Armando infatti ha talento e comincia a ritagliarsi i suoi spazi: dai dilettanti dell'Arci Scampia arriva alle giovanili del Napoli e di lì inizia la sua carriera, prima alla Triestina e poi all'Avellino, fino alla consacrazione nel Genoa. Nel 2016, però, affiora una brutta vicenda che rischia di macchiarne immagine e carriera.

"CALCIOSCOMMESSE - E' il 26 maggio 2016 il DDA di Napoli inserisce Izzo tra gli indagati con l'infamante accusa di "partecipazione esterna in associazione mafiosa". Il vaso di Pandora viene scoperchiato da Accurso, boss della camorra napoletana: il criminale di Secondigliano parla di Izzo come "tramite" per la combine di Modena-Avellino (1-0) del 17 marzo 2014 e di Avellino-Reggina (3-0) del 25 maggio 2014. Il giocatore è sconvolto e proclama la sua innocenza: ammette di aver conosciuto Accurso, ma non di aver aiutato ad alterare i risultati delle due partite, partite a cui per altro Izzo non aveva neanche partecipato. Il 12 aprile 2017 arriva la prima sentenza, ma solo della giustiziasportiva: 18 mesi di squalifica e 50.000 euro di ammenda per non aver denunciato la combine, squalifica poi ridotta il 19 maggio a 6 mesi. Il rientro in campo è datato 15 ottobre 2017, nel match in casa del Cagliari. L'odissea non è però ancora terminata: il 12 marzo 2018 Izzo viene rinviato a giudizio nel processo scaturito dalle "confessioni" di Accurso, col giocatore che però - convinto della sua innocenza - sceglie il rito ordinario, al contrario dei suoi due ex colleghi ai tempi dell'Avellino Pini e Millesi, che invece sceglono quello abbreviato per ottenere una riduzione della pena.

"Il 17 marzo è iniziato il processo, con Armando che non ha paura e continua a proclamarsi innocente. La giustizia farà il suo corso, ma il giocatore non ha dubbi: "Ignorante io? Forse sì, ma criminale mai".