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Se non far nulla può essere un azzardo

Nicolò Muggianu

Editoriale / Gruppo sostanzialmente inalterato a gennaio: strategia comprensibile, ma rischiosa

"Logica, ma rischiosa. E' definibile in questo modo, la strategia scelta dal Torino per questo calciomercato di gennaio. Quel che è certo è che si è scelto di agire in piena sintonia con le idee di Walter Mazzarri, che ha sempre chiesto una rosa limitata numericamente e compatta, in modo da poter coinvolgere tutti i giocatori nella stessa misura. E' stato accontentato, ha un manipolo di venti giocatori più 3/4 giovani. Tutti potenziali titolari, diversi di loro impiegabili in più ruoli.

"Solo cessioni, quindi: la sacrosanta partenza di Soriano, gli opportuni prestiti (in massima serie e da un allenatore che li stima) di Lyanco ed Edera, due ragazzi che restano patrimoni del club. Nessun acquisto ad integrare la rosa: la convinzione è che questa squadra possa avere in canna un girone di ritorno da 33-34 punti, quelli che non sono stati fatti per un motivo o per un altro nel girone di andata, quelli che potrebbero portare in Europa. Lo spogliatoio è coeso, affiatato e unito; è stato ritenuto utile non andare a stravolgere i suoi equilibri. Al contempo, visto che l'ossatura per il presente c'era, gli investimenti sono arrivati per ragazzi del 2000 e 2001: Singo, Marcos, i rinnovi di Millico e Kone. Il Torino inizia in questo modo a pensare al futuro.

"A poter essere criticabile è non tanto la lacuna in termini di qualità (difficile trovare giocatori di alto livello sulla trequarti a gennaio, e comunque l'organizzazione e la corsa possono sopperire alla mancanza di piedi buoni). Ma la ristrettezza della rosa, soggetta facilmente ad andare in emergenza; la coperta rischia di essere corta in difesa e a centrocampo, come già si è visto nelle partite del mese di gennaio, sebbene Ansaldi abbia dimostrato di poter giostrare in mediana. Deve andare tutto bene, insomma. E poi quasi tutte le altre concorrenti per l'Europa (Milan, Fiorentina, Sampdoria) si sono rinforzate. Il Torino no: il Torino ha detto ai suoi giocatori "bastate voi". Solo il campo dirà se sia stata o meno la strategia giusta: a noi pare logica e allo stesso tempo rischiosa. E per questo può destare scetticismo.