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IL TEMA

Seconde squadre: due mesi per ridefinire il progetto, perché il Toro può pensarci

Roberto Ugliono

Il vantaggio si ha quando alcuni ragazzi dalla seconda squadra passano alla prima, perché lì si abbattono i costi di cartellino e di stipendio

Circa 60 giorni e Ghirelli dovrà presentare a Gravina il nuovo progetto seconde squadre. Il sunto è che al momento è difficile per molte società avviare un percorso del genere visti costi e modalità. Per questo motivo, durante la tavola rotonda che si è tenuta domenica mattina all'Allianz Stadium, il presidente della FIGC Gravina ha sottolineato più volte l'importanza di fornire entro massimo due mesi delle nuove regole che possano attirare altre società ad avviare il progetto seconde squadre. Dall'incontro tra i due presidenti, Casini e Andrea Agnelli è uscito anche un altro tema che potrebbe interessare e non poco: tutti i protagonisti hanno spiegato quanto in realtà la gestione di una seconda squadra non rappresenti un costo aggiuntivo, ma anzi una volta che inizia a dare i frutti permette anche di risparmiare sulla prima squadra.

Seconde squadre: due mesi per ridefinire il progetto, perché il Toro può pensarci

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Ecco questo punto potrebbe interessare parecchio i granata. La spiegazione era arrivata esattamente dall'ormai ex presidente della Juventus. Agnelli aveva sottolineato come i costi di gestione dei ragazzi in prestito siano pressoché identici a quelli della squadra Under 23. Il vantaggio si ha quando poi alcuni ragazzi dalla seconda squadra passano alla prima, perché lì si abbattono i costi di cartellino e di stipendio. Un secondo vantaggio è quello di poter far crescere i giovani nelle proprie strutture e su questo aspetto si era soffermato l'ex allenatore del Napoli (tra le varie) Rafa Benitez. Lo spagnolo aveva spiegato come ci siano stati casi di giocatori che si sono persi andando via in prestito, perché altrove non ritrovavano strutture professionali.

Dalle parole degli altri alla situazione Torino. In casa granata in questo momento non ci sarebbero le strutture per poter gestire due squadre. Il solo Filadelfia non basterebbe insomma, ma se ci fosse la possibilità di trovare un impianto in più per una seconda squadra allora potrebbe diventare attuabile il progetto. D'altronde in questo modo il Toro potrebbe trovare un futuro naturale ai giocatori della Primavera e renderli nel più breve tempo possibile da prima squadra. Basta pensare al problema dei fuori quota degli anni passati. Addirittura Alessandro Buongiorno, ora in Serie A con i granata, nella stagione 2019/2020 non era riuscito a trovare un prestito entro la fine del mercato estivo. O al caso Lucca, rimasto come fuoriquota e poi venduto a gennaio. Pensate proprio a quest'ultimo se avesse potuto mettersi in mostra con una eventuale seconda squadra. Magari ora rappresenterebbe una risorsa della prima o sarebbe diventato una plusvalenza. Insomma il nocciolo è che per avviare il progetto servono sicuramente investimenti, ma con il tempo poi ci sono i frutti e le uscite diventano risparmi o entrate. Inoltre un percorso in una seconda squadra potrebbe aiutare i giovani a sentirsi ancora di più parte di una società e della storia di essa. D'altronde sarebbero dei professionisti che rappresentano il Toro in una serie inferiore, ma pur sempre in gare ufficiali. Difficile dire se i granata ora possano provare a programmare una seconda squadra, prima di tutto si deve capire in che direzione andranno le novità proposte da Ghirelli e da Casini, ovvero dalla Serie C e dalla Lega Serie A. Soltanto a quel punto si potrà capire se la fattibilità di un eventuale progetto seconda squadra anche in casa Torino.