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Approfondimento

Toro, dal mercato alle scelte tecniche: i segreti del cambio di rotta di Nicola

Nicolò Muggianu

Dentro il lavoro del tecnico del Torino, che dal suo arrivo sotto la Mole ha raccolto 14 punti in 11 partite

14 punti in 11 match, con una media di 1.27 punti raccolti mediamente a partita. Questi i numeri di Davide Nicola, che dal suo arrivo sulla panchina del Torino ha quasi raddoppiato le statistiche del suo predecessore Marco Giampaolo. Il tecnico di Giulianova, infatti, nelle 18 gare passate alla guida dei granata aveva raccolto soltanto 13 punti con una media punti a partita di 0.72. Un netto cambio di passo insomma quello fatto registrare da Belotti e compagni dopo l'arrivo di Nicola, che pone le proprie fondamenta su almeno tre grandi cambiamenti apportati dal nuovo allenatore.

MERCATO - Il primo impatto Nicola l'ha dato sicuramente sul mercato. Se le scelte fatte dalla società e da Giampaolo in estate non erano riuscite a dare i frutti sperati, l'allenatore ex Genoa è invece riuscito ad imprimere un netto cambio di marcia alla squadra andando ad intervenire là dove c'era più bisogno - in attacco e in cabina di regia - con due acquisti oculati. Sia Mandragora che Sanabria, infatti, sono arrivati su richiesta diretta dell'allenatore ed entrambi sono riusciti immediatamente a dare al Torino l'apporto che mancava in termini di qualità. E gran parte del merito di ciò non può che andare proprio a Nicola: bravo, assieme alla società, ad individuare i profili giusti per far crescere il collettivo anche a stagione in corso.

SCELTE - A Nicola, inoltre, va dato anche il merito di alcune scelte tecnico-tattiche rivelatesi positive. Come quella di schierare Verdi nell'inedita posizione di mezz'ala: un ruolo che l'ex Napoli non aveva mai ricoperto in carriera, ma che sembra invece dare risultati incoraggianti. Sia contro la Juventus che contro l'Udinese infatti, il numero 24 granata è riuscito a dare un grande apporto alla manovra del Torino, dimostrando di poter incidere con la propria qualità anche in una zona più arretrata del campo. Bene anche Bremer posizionato da centrale difensivo; per il resto, quello che ha fatto Nicola è posizionare i giocatori nei ruoli a loro più familiari, da Rincon mezzala a Izzo, grazie all'utilizzo costante del 3-5-2 dal primo minuto di ogni partita.

MENTALITÀ - Ma un'altra grande svolta Nicola l'ha data nella mentalità. Basti pensare che prima del suo arrivo in panchina il Torino era la squadra che più in Europa si era fatta recuperare da situazioni di vantaggio, mentre negli ultimi 11 match Belotti e compagni hanno rimontato gli avversari per ben 5 volte. Un approfondito lavoro psicologico quello svolto dal tecnico ex Genoa, che è stato capace di ridare tranquillità alla squadra e ricompattare un gruppo che sembrava ormai finito alla deriva in un vortice fatto di sfortuna e risultati negativi. Questi i pilastri sui quali il tecnico sta provando a ricostruire il Torino: perché per erigere un palazzo solido, si sa, servono fondamenta altrettanto resistenti. Molto lavoro resta ancora da fare, ma il percorso appare ben indirizzato.