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Toro-Inter, la differenza è in punti e… chilometri: 7,5 in più per i nerazzurri a gara

Andrea Calderoni

Temi Tattici / Le due formazioni sono agli antipodi della speciale graduatoria. E occhio al gioco aereo degli uomini di Conte

Torino-Inter sarà il testacoda della speciale graduatoria tra chi corre di meno in media a partita e chi corre di più. I granata sono ventesimi ed ultimi con una media di 105.5 km a gara (Crotone penultimo con oltre un chilometro di vantaggio sugli uomini di Davide Nicola), mentre i nerazzurri sono primi con 112.9 km. Una differenza di quasi 7 chilometri e mezzo. Questo dato non spiega da solo i 42 punti di differenza in classifica tra Torino ed Inter, ma in parte ci può dare delle indicazioni significative sulle differenze abissali tra le due formazioni nella stagione in corso. Ogni giocatore di movimento dell'Inter corre in media un chilometro e mezzo in più rispetto ad un calciatore del Torino. E' vero che i grandi maestri del calcio insegnano che deve correre più il pallone che i giocatori, ma quando si è di fronte a differenze così marcate è chiaro che il minor chilometraggio di una squadra rispetto ad un'altra incide sui risultati.

GIOCO AEREO - L'altra cosa a cui dovrà prestare particolarmente attenzione il Torino saranno i calci da fermo e più in generale i palloni alti. L'Inter, infatti, colpisce come nessun'altra squadra in Serie A di testa. Ha segnato ben 12 reti con la testa, 4 in più rispetto alla Juventus, alla Sampdoria e all'Udinese. D'altronde è più che comprensibile. Il 3-5-2 di Antonio Conte è una macchina da cross. Il fondamento del gioco nerazzurro è proprio il massimo sfruttamento delle corsie laterali, dove si punta molto spesso a creare un'ampia superiorità numerica. Ad accompagnare il tornante, difatti, ci pensano sia la mezz'ala che, a volte, uno dei tre difensori centrali (Skriniar in principal modo). Contenere le fasce sarà il compito più difficile per il Torino domenica alle 15. Servirà una strategia ben delineata per diminuire l'impatto di traversoni in mezzo all'area, anche perché l'Inter sa far male non solo di testa ma anche con i rapidi tagli sul primo palo di Martinez.

BOA - Sull'altro attaccante interista Lukaku bisognerà, inoltre, costruire una vera e propria gabbia. L'Inter quando è in affanno si affida con un lancio delle retrovie sul belga e poi 99 volte su 100 Lukaku riesce a trasformare l'azione da difensiva ad offensiva. La potenza fisica dell'ex Everton e la sua condizione atletica straripante non lasciano scelta a Nicola: non potrà mai essere lasciato uno contro uno con alcun difensore granata, altrimenti si pagheranno le conseguenze. E il Torino come potrà far male alla seconda miglior difesa del campionato? Giocare sulla linea del fuorigioco, dettando continuamente la profondità potrebbe risultare una mossa vincente. E' vero che l'Inter non difende con una difesa molto alta, ma ha dimostrato che è vulnerabile centralmente se attaccata con astuzia. E' sicuramente più vulnerabile con qualche imbucata di fino e qualche azione in velocità palla a terra piuttosto che nel gioco aereo, dove il terzetto nerazzurro è destinato a dominare in lungo e in largo.