Il granata della porta accanto

Habemus Robaldo!

Torna l'appuntamento con Il Granata della Porta Accanto: "Lancio una proposta: sia intitolato a #Pulici, vera icona moderna del tremendismo granata"

Nuntio vobis gaudium magnum, habemus Robaldo! È stata quasi come la fumata bianca dopo un lunghissimo conclave l'annuncio dato dal presidente Cairo in conferenza stampa insieme al Sindaco di Torino, Lo Russo, che finalmente il Robaldo si farà! Una vicenda, quella del centro sportivo ex Nizza Millefonti la cui concessione risale a quasi otto anni fa, che aveva ormai assunto contorni kafkiani tra un rinvio e l'altro, un intoppo e l'altro, ma soprattutto un silenzio da parte della società granata che appariva ormai insensato quanto imbarazzante. Convocando i giornalisti e le autorità cittadine al circolo dello Sporting venerdì scorso, il Torino ha fatto finalmente chiarezza sull'iter che porterà alla costruzione della casa delle giovanili granata, presentando il rendering definitivo e soprattutto dando certezze sulle tempistiche nella road map dei lavori. Un piccolo passo per un uomo, un grande balzo per l'umanità (granata) verrebbe da parafrasare, ispirandosi alle parole dette da Neil Armstrong mentre posava il primo piede sulla Luna nel luglio del ‘69: in una semplice conferenza stampa è stato chiarito tutto quello che negli ultimi anni era apparso nebuloso agli occhi dei tifosi che avevano ormai perso le speranze sulle reali intenzioni del Torino di proseguire con il progetto Robaldo. La comunicazione, ecco il tallone di Achille di questa società! La comunicazione è spesso stata la classica buccia di banana su cui è “scivolato” il rapporto tra il Torino e i suoi tifosi: le società di calcio hanno bisogno come l'ossigeno del sostegno dei propri tifosi (che sono poi sul lato strettamente economico i suoi clienti…) e qualunque cosa ruoti attorno ad esse, che siano questioni di campo o di extra campo, è fondamentale che ci sia sempre chiarezza e trasparenza nel comunicarlo all'esterno. Purtroppo la vicenda del Robaldo non è stata gestita in maniera diretta e trasparente e il suo iter difficoltoso e pieno di intoppi non ha fatto altro che aggiungere sospetti ed incertezze che forse si potevano evitare.

Concordo su quanto detto dal Presidente di lasciarsi alle spalle il passato e di concentrarsi unicamente sullo scenario presente e futuro che nel giro di un anno e mezzo circa porterà finalmente il Torino ad avere un centro sportivo moderno e funzionale dedicato alle giovanili. Un passo fondamentale per una società calcistica professionistica, un passo che potrebbe davvero rilanciare in grande stile il vivaio granata. Il Viola Park, inaugurato dalla Fiorentina di Commisso pochi mesi fa, ci ha fatto chiaramente capire qual è la strada da percorrere: senza una struttura in cui i tecnici e i giovani calciatori possano lavorare e crescere con le adeguate attrezzature e in un ambiente “unico” dove il termine unico ha una doppia valenza di “stesso luogo” e “luogo speciale”, è difficile pensare di poter tirare fuori ogni anno giocatori con la stessa mentalità e lo stesso attaccamento alla maglia di un Buongiorno, ad esempio. Il Robaldo dev’essere la versione moderna e addirittura più completa (non vuol essere una bestemmia per cui passatemi il termine visto che lì si alleneranno le categorie dall' Under 12 alla Primavera, e non solo la Primavera) di quello che è stato sino a inizio anni Novanta il Filadelfia e che oggi lo è ancora, in parte, per la Prima Squadra. Abbiamo bisogno come il pane per i nostri giovani di un posto che sia tanto luogo fisico di condivisione, quanto luogo spirituale di aggregazione e di appartenenza: l'orgoglio di fare ogni gradino della scala, che per i più tenaci e talentuosi porterà un giorno fino alla Prima Squadra, si forma giorno dopo giorno in un posto che si possa veramente definire “casa” e il Robaldo sarà finalmente quel posto lì, a partire dal 2025.

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Infine, permettetemi di fare una proposta che so che scatenerà un sano dibattito tra di noi sul nome da dare al futuro centro sportivo. Sebbene sia ancora in vita e quindi ciò renda la cosa piuttosto inusuale, penso che il Robaldo andrebbe intitolato a Paolino Pulici. Nessuno più di lui nella storia del Toro post Superga incarna e rappresenta per ciò che ha fatto e, soprattutto, per il modo in cui lo ha fatto, ciò che vogliamo vedere in ogni giovane calciatore che cresce con la maglia granata addosso. Escludendo i giocatori del Grande Torino per ovvi motivi, degli ultimi 50-60 anni di storia è Pulici l'esempio per antonomasia da mostrare ai giovani come la stella polare che ne guidi il cammino durante la crescita nella pienezza dei valori granata. Ci sono molti altri giocatori che potrebbero avere tale onore (in primis Capitan Ferrini), ma credo sia giusto che un luogo così simbolico per il vivaio abbia sul portone di ingresso il nome di Paolino Pulici in bella vista a sprone e monito di chiunque ne varchi la soglia: “riceviate ogni speranza voi (giovani granata) ch’entrate”.

Finalmente una bella notizia, finalmente un bellissimo regalo di Natale atteso da lungo tempo da ogni vero tifoso granata!

Da tempo opinionista di Toro News, do voce al tifoso della porta accanto che c’è in ognuno di noi. Laureato in Economia, scrivere è sempre stata la mia passione anche se non è mai diventato il mio lavoro. Tifoso del Toro fino al midollo, ottimista ad oltranza, nella vita meglio un tackle di un colpo di tacco. Motto: non è finita finché non è finita.

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