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IL GRANATA DELLA PORTA ACCANTO

Forza Gemello!

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Dopo l'errore di Bologna sostenere Luca è un po' come sostenere quell'idea intramontabile per noi granata che il vivaio vada sempre e comunque tutelato e implementato

Il tema della settimana in casa granata è stato l'errore di Gemello a Bologna, errore grossolano, va ammesso, che ha dato il la’ alla vittoria rossoblù ai danni di un Torino troppo arrendevole nel finale di gara quando c'era da rimontare, appunto, lo svantaggio causato dall'uscita sfortunata del nostro portiere. Il ragazzo nativo di Savigliano è stato schierato un po' a sorpresa da Juric al posto di Vanja, visto dal tecnico “non troppo in palla” al rientro dagli impegni con la Nazionale serba, ma purtroppo non è riuscito a dare quella sensazione di sicurezza nel ruolo, al di là del marchiano sbaglio, che gli avrebbe consentito magari di sovvertire le gerarchie tra i pali granata nel prosieguo della stagione.

Difficile, in effetti, giocando poco, essere così pronti da fare la differenza e qui secondo me sta la chiave della paradossale situazione dei portieri del Torino. Milinkovic Savic ha goduto in questi anni di un credito da parte di società e mister spesso spropositato rispetto alle prestazioni che ha fornito in campo ma, in linea di principio, la cosa poteva avere un senso se si voleva proteggere un investimento su di un portiere giovane sul quale si credeva di poter ottenere una certa prospettiva di crescita. Che Milinkovic sia migliorato è un dato di fatto, ma a onor del vero partiva da una base parecchio deficitaria ed era difficile fare peggio. Che abbia raggiunto un alto livello, invece, ancora lo deve dimostrare sebbene sia titolare di una squadra di media serie A (il Toro) e titolare di una nazionale non di primissima fascia, ma nemmeno scarsissima e pure ricca di talenti come la Serbia. Appurato quindi che Vanja era la prima scelta per la porta, ci poteva stare la scommessa Popa come terzo portiere con “licenza di crescere”. Un po' più enigmatica è stata invece la gestione di Gemello. Fare il secondo alla sua età senza una vera alternanza col titolare che è di pochi anni più vecchio di lui è stato un controsenso difficilmente spiegabile. A fare il vice di Vanja ci voleva un portiere esperto e conscio di venire a fare il secondo, non uno come Gemello che è in quella fase della giovane carriera in cui ancora occorre capire se potrà avere un futuro ad un certo livello.

Il ragazzo è un cuore Toro, cresciuto nel vivaio e con un grande attaccamento alla maglia, ma la sua “sliding door” a Bologna, dove una sua grande prestazione avrebbe potuto forse spalancargli scenari inaspettati, è stata, come dire, molto “da Toro”: errore e sconfitta e destino che ancora una volta infierisce su chi cerca gloria in maglia granata con il più classico dei nemo propheta in patria… Ora sinceramente se la decisione di Juric di dare una chance a Gemello fosse motivata con l'idea che il ragazzo può farcela, beh, se fossi il mister non dubiterei un attimo a schierarlo titolare anche con l'Atalanta. Se invece la decisione di farlo giocare a Bologna è stata semplicemente dettata da una sorta di punizione per Savic, allora per il nostro canterano non c'è altra strada che prendere atto di aver fallito (e lo dico in senso romantico, quindi con un’accezione non completamente negativa del fallimento) la sua occasione e di lavorare per tornare ad averne un'altra, magari passando per la via più lunga di un prestito in qualche squadra di B o di C che lo faccia giocare con continuità.

Di una cosa però sono fiero nonostante l'inciampo che Gemello ha avuto a Bologna: i ragazzi del vivaio ci sono e hanno fatto sacrifici per decenni solo per poter arrivare un giorno a giocarsi un Bologna-Torino con la maglia con la quale sono cresciuti. Non possiamo non sostenerli, non possiamo liquidarli come faremmo con giocatori qualunque arrivati da chissà dove e dei quali ci importa relativamente! È chiaro che per stare in Serie A, per giocare in un Toro che dovrebbe essere ambizioso, occorre dimostrare di poterci stare a quel livello e se così non è non si può pensare di avere il diritto di giocare solo per il pedigree acquisito con la militanza nel vivaio granata. Ma al contrario dovrebbe essere la società stessa con una politica ad hoc a creare i presupposti affinche’ questi ragazzi quando arrivano a giocarsi “quella chance”, quella magari unica possibilità per cui hanno fatto sacrifici sin da bambini in un percorso che spesso è ad ostacoli ed è comunque sempre durissimo, ci arrivino pronti e consapevoli della propria forma e delle proprie possibilità. Come? Con una militanza nelle varie Under che sia il più sfidante possibile a livello di organizzazione, di preparazione di staff e mister e di qualità dei compagni di squadra (se mi alleno con compagni forti cresco di più), con dei prestiti veramente “formativi” nel post Primavera o magari con un paio di stagioni nella Seconda Squadra (se mai un giorno si facesse…).

Nell'ora buia di Luca Gemello, io grido a squarciagola “Forza Gemello!!” perché da tifoso vero lo sostengo anche nell'errore, da granata vero provo affetto sincero per il suo essere cresciuto con questa maglia addosso e da cuore Toro vero vorrei che il mio incitamento fosse esteso a tutti i ragazzi che nelle giovanili stanno cercando di fare lo stesso percorso di Luca. Ma i primi a sostenere Gemello dovrebbero essere i vertici della società i quali in tutta onestà dovrebbero chiedersi: abbiamo messo in atto tutto quanto in nostro potere per creare le condizioni ideali affinchè il vivaio sforni eccellenze calcistiche in nome di una continuità storica che ha sempre visto le giovanili granata essere rinomate proprio per questo? La risposta è quasi superflua visto che la realtà è sotto gli occhi di tutti. Buongiorno è stata, ad oggi, la classica eccezione che conferma la regola, ma nonostante tutto potrebbe essere la pietra su cui ricostruire la nomea del nostro vivaio. Occorrono solo un paio di cose perché ciò avvenga: volontà e risorse. Un po' come quelle che servirebbero per costruire il Robaldo, ma visto come è andata negli ultimi otto anni anche lì, essere ottimisti diventa un esercizio sempre più arduo da compiere…

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