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Giudichiamo il girone di andata del Toro

Gianluca Sartori

Il Torino ha 26 punti, uno in più dell’anno scorso. Proviamo a tracciare un bilancio, procedendo per punti

Si arriva al giro di boa della stagione con la fine di un girone di andata caratterizzato dal lungo stop per il Mondiale e chiuso dal Torino con la bella vittoria di Firenze, che è servita a sfatare un tabù storico. Squadra e tecnico hanno dato una buona risposta dopo il brutto ko interno con lo Spezia. Il Torino ha 26 punti, uno in più dell’anno scorso. Proviamo a tracciare un bilancio, procedendo per punti.

Premesse: Il Torino ha approcciato questo campionato con una squadra forse non meno forte ma sicuramente meno completa rispetto a un anno fa, rivoluzionata per la perdita di moltissimi uomini chiave e con quasi tutti gli innesti più importanti arrivati solo a ridosso dell’inizio della Serie A. Per vari motivi, non sono state le condizioni ideali.

Risultati: 26 punti raccolti sono un bottino né più né meno in linea con quello che era l’obiettivo presumibile di inizio stagione, ossia migliorare i 50 punti della scorsa stagione. Le aspettative sono state quindi rispettate, non si può parlare di miracolo né di delusione. Probabilmente, è stato raccolto meno di quello che si era seminato. Una colpa più che un’attenuante. Ma per le premesse sopra citate, il bilancio può dirsi soddisfacente e impreziosito dal raggiungimento dei quarti di Coppa Italia.

Identità di squadra: Il Toro piace per la solidità difensiva e per la personalità con cui cerca di proporre calcio su ogni campo (ma riesce a farlo con più incisività fuori casa o contro squadre di livello pari o superiore). Due i crucci principali: la poca prolificità in relazione al possesso palla e la cattiva gestione dei minuti finali (che potevano costare cari anche a Firenze). Un grande pregio è la coesione del gruppo. Impossibile tacciare di poco impegno o scarsa professionalità i giocatori, tutti remano dalla stessa parte. Un grosso merito di Juric.

Crescita dei singoli: i giocatori più cresciuti sono il portiere Milinkovic-Savic e il mediano Ricci. Schuurs si è inserito alla grande, Vlasic e Miranchuk si sono confermati pedine di qualità e spetterà al Toro decidere se riscattarli. La rinascita di Djidji e Rodriguez è un dato già appurato nella scorsa stagione. Lazaro oltre le aspettative, Singo e Vojvoda al di sotto. Pellegri purtroppo frenato dagli infortuni.

Prospettive per il girone di ritorno: la possibilità di lottare per l’Europa è legata a doppio filo a ciò che accadrà alla Juventus. Questo Toro può comunque mettere nel mirino l’obiettivo ottavo posto, che potrebbe anche rivelarsi utile per la Conference League; ma servirà quella continuità che fin qui non è stata trovata. Sullo sfondo c’è la Coppa Italia: quest’anno l’occasione di arrivare in fondo è forse irripetibile. Tutto il Torino deve fare il possibile per sfruttarla. A partire dal mercato di gennaio, che può regalare le due-tre pedine che servono per completare la squadra.