Luigi Cavallero, giornalista della Stampa, descrive con elegante perizia le doti straordinarie di Cavallo Pazzo, in un frammento che merita di essere citato per intero: "Principe dei solisti, è giocoliere innato, potrebbe essere definito l'uomo dribbling. All'apogeo della carriera dotato di un virtuosismo diabolico. A un certo momento avreste detto che sarebbe stato capace di far scomparire addirittura la palla, scambiando il prato per il tappeto verde del prestigiatore. Carapallese corre con gli occhi fissi sulla palla, nell'intrico dei piedi che gli si affollano intorno va a ficcarsi nei vicoli più angusti e il bello è che riesce a uscirne. I suoi compagni lo perdono di vista, poi lo rivedono in una mischia e successivamente infilare un corridoio. Diventa poi difficile persino seguirlo".
Noi tifosi non possiamo che concordare con le parole di Cavallero. E come Cavallo Pazzo il nativo era solito dire “Hoka Hey! È un buon giorno per morire!”, mi piace immaginare Carapallese incitare i suoi compagni di squadra con qualcosa di simile a “Hoka Hey! È un buon giorno per far sognare i nostri tifosi”. Il sogno è ben al di là da voler tramontare.
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