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Marco Sesia: “Dalla curva Maratona al Beppe Viola, così insegno il Toro ai miei ragazzi”

Gianluca Sartori

Le parole / L'allenatore dell'Under 17 granata dopo la vittoria ad Arco di Trento: "Sono cresciuto in questa società e per me il Toro non è solo grinta e cuore. Il futuro? Decide il mio responsabile Massimo Bava"

"Le vittorie fanno sì che se ne parli, ma è il lavoro quotidiano del settore giovanile granata a permettere che, di tanto in tanto, si ottengano trofei come il "Beppe Viola" sollevato dall'Under 17. Una bella cavalcata, chiusa con la vittoria in semifinale contro il Bologna, che ha riportato il torneo italiano più importante della categoria in casa granata per la prima volta dopo 25 anni. C'è poco tempo per i festeggiamenti: domenica è subito tempo di campionato e l'ambizioso Torino di mister Marco Sesia ospiterà la Sampdoria per tornare in testa al campionato. Il tecnico granata, però, prima si ferma a commentare ai nostri microfoni il successo di Arco di Trento e la sua parabola in questo club.

Mister Sesia, finalmente il Torino riconquista il "Beppe Viola". Riavvolgiamo il nastro: che settimana è stata e quale è la chiave che vi ha permesso di alzare il trofeo?

"Siamo partiti così così contro il Verona, con le gambe appesantite dal lavoro fisico che avevamo fatto in preparazione al torneo. Poi siamo cresciuti, però: contro il Milan, il gruppo che l'anno scorso ha vinto lo scudetto Under 16, abbiamo ottenuto un pareggio con una prova maiuscola, facendo meglio di loro, e poi vinto ai rigori. Poi la vittoria contro la Rappresentativa del Trentino, squadra di un livello più basso ma che aveva dato fastidio alle altre. La semifinale contro il Chievo è stata una bella soddisfazione perchè affrontavamo una squadra tosta e solida simile a noi, con un allenatore molto bravo come Mandelli. L'abbiamo vinta alla fine, non smettendo mai di crederci. Così anche la finale contro il Bologna. In pochi si sarebbero aspettati che i rossoblù arrivassero fino in fondo ma direi che hanno fatto capire il perchè. Se nel primo tempo avremmo meritato di trovare il vantaggio, dominando per lunghi tratti, nella ripresa loro ci hanno messi sotto. Abbiamo dovuto soffrire, c'è stato anche un pizzico di fortuna. Poi siamo stati bravi a trovare l'episodio del rigore, con Bongiovanni bravissimo a non dare per perso quel pallone".

Che squadra ha tra le mani?

""Sono dei ragazzi fantastici per come lavorano, per come vogliono migliorarsi e per come sono ambiziosi. Il gruppo è forse meno talentuoso di quello dei 2000 con cui ho lavorato lo scorso anno, ma sono ragazzi che hanno una grande cultura del lavoro ed io sono molto fiducioso sul fatto che molti di loro diventeranno ottimi calciatori. La differenza la facciamo con la fase difensiva, la migliore del campionato. Anche qui abbiamo preso solo due gol, di cui uno su rigore. Davanti abbiamo qualche difficoltà nel tenere palla ma poi spesso le giocate giuste le troviamo... Qualche ragazzo è già in rampa di lancio per la Primavera, non voglio fare nomi però, non sarebbe giusto".

Tra coloro che sono in rampa di lancio per la Primavera, in futuro, possiamo mettere anche lei?

""Il mio futuro è nelle mani del mio responsabile Massimo Bava. Con lui lavoro dai tempi del Canavese, che abbiamo portato per la prima volta tra i professionisti. E' ovvio che tutti poi hanno ambizioni ma io sto benissimo dove sono. Ho avuto una buona carriera da calciatore, da allenatore ho lavorato in Serie C, ora mi sento realizzato qui. A fine anno ci siederemo ad un tavolo e parleremo di tutto senza il minimo problema, io sono del Toro e lavoro per quelli che sono i miei colori".

"Ora subito il ritorno al campionato, con la sfida interna alla Sampdoria. Siete secondi a un punto dalla Juventus, che avete battuto 4-1 nel derby, ma con una partita da recuperare.

"Abbiamo una serie di scontri diretti, ma dico che per quello che hanno fatto vedere i ragazzi quest'anno, per il numero di vittorie e per come sono state ottenute, l'obiettivo è arrivare tra le prime due per andarci a giocare lo Scudetto". 

Canavese, Pro Vercelli, Barletta, Albinoleffe in Lega Pro. Poi, nel 2016, il passaggio ai ragazzi dell'Under 17 del Torino. In molti si sorpresero: soddisfatto della scelta?

"E' stata la scelta migliore che potessi fare. L'esperienza in Lega Pro mi ha insegnato che in quella categoria (oggi si chiama Serie C, ndr) è difficilissimo lavorare. Tante società vivono nella precarietà e nella ristrettezza economica, molte finiscono per fallire, come dimostra ciò che succede ogni stagione. Non si riesce a lavorare in modo serio. Invece qui al Torino mi diverto e ci sono le condizioni per lavorare al meglio. Il Toro mi dà tanto, io da parte mia penso di aver portato un certo tipo di mentalità, che ho appreso nel mio trascorso da professionista. Non vi nascondo poi che insegnare il Toro ai ragazzi di 16-17 anni è una cosa che per me ha un fascino ineguagliabile".

Quale è il suo legame con questo club?

"Il Torino è la mia vita, sono cresciuto nel Settore Giovanile, a un certo punto mi diedero via (giocò nel Pinerolo e nel Nizza Millefonti, ndr) ma poi mi ripresero ed arrivai ad esordire in Prima Squadra. Le partite del Toro, quando non le vivevo come giocatore, le vivevo come tifoso in curva Maratona. La storia granata degli ultimi 40 anni, vi assicuro, la conosco a memoria. E il Toro non è solo grinta e cuore, ma ha una storia fatta di tanti giocatori di qualità, i Dossena, i Junior, i Vazquez... Questo cerco di trasmettere ai miei ragazzi: il cuore Toro è ciò che ci deve contraddistinguere ma dobbiamo anche essere bravi a giocare con la palla. Passione per questi colori, voglia di onorare questa maglia, ma anche gli aspetti tecnico-tattici: sono i due ingredienti al centro del mio lavoro".

Per il Sesia allenatore è più importante vincere trofei o lanciare i giovani?

""Vincere fa sempre piacere e tra l'altro il fatto che l'ultimo "Beppe Viola" fosse stato vinto dal Toro nel 1993, anno del mio esordio in Serie A in granata, mi pare una bella coincidenza. Ma è una bella soddisfazione anche vedere gente come Millico, Rauti, Gilli, Samake essere protagonisti in Primavera con un anno di anticipo. Due motivi di orgoglio che metto sullo stesso piano".

Ha delle dediche particolare?

""In primis al presidente Cairo, credo che gli abbiamo strappato almeno un sorriso. In generale a tutta la società: dal direttore Bava, ad Antonio Comi, finendo con tutti i miei collaboratori: il mio staff tecnico con cui ho una sintonia perfetta e i dirigenti che tutti i giorni trasportano i ragazzi su e giù con i pulmini. Tutta gente che non sta sotto la luce dei riflettori, ma il cui apporto è preziosissimo".