interviste

”A Torino c’era caccia alla streghe. Sono più legato alla Reggina”

Edoardo Blandino

di Edoardo Blandino

Nicola Amoruso è uno che il gol ce lo ha sempre avuto nel sangue. In carriera ha segnato più di 100 volte in serie A e lo ha fatto con ben 12 maglie diverse, detenendo così il...

di Edoardo Blandino

Nicola Amoruso è uno che il gol ce lo ha sempre avuto nel sangue. In carriera ha segnato più di 100 volte in serie A e lo ha fatto con ben 12 maglie diverse, detenendo così il record di marcature con squadre differenti. A Torino è rimasto solo sei mesi, mentre a Reggio Calabria ha vissuto i tre anni più belli della propria carriera ed è normale che sia particolarmente affezionati a quei colori. Con la maglia amaranto, insieme a Bianchi, nel 2007 ha segnato 35 gol.

Nicola, quali ricordi hai di Torino sponda granata?

«C'era un grandissimo entusiasmo intorno alla squadra e c'erano grandi aspettative. Torino è una piazza importante e ricordo tutto l'affetto del pubblico, nel bene e nel male».

In che senso?

«Purtroppo quando le cose non vanno bene a Torino c'è una sorta di caccia alle streghe, si cerca sempre qualcuno da incolpare. Avevamo iniziato abbastanza bene, poi siamo calati. Quando sono andato via, comunque, eravamo quartultimi».

In sei mesi a Torino le statistiche parlano di 4 gol in 13 partite, tuttavia i gol segnati avrebbero potuto essere di più. Che cosa è successo in quel periodo? Come mai la tua avvenuta si è conclusa così in fretta?

«Le statistiche non sono corrette: io ho segnato 5 gol più 2 annullati, ma in realtà regolarissimi. In totale ho segnato 7 gol in 13 partite, cioè più di uno ogni due gare. Purtroppo a Torino era un momento in cui si cambiava spesso. Eravamo tutti sotto esame e c'era voglia di cambiare dopo ogni partita. A gennaio ho fatto una scelta che poi era la scelta della società: andare al Siena. Purtroppo non è stata un'idea giusta, perchè là non ho quasi mai giocato».

Parliamo invece della Reggina. Quali ricordi ti legano a quella società?

«Quando ho giocato io abbiamo ottenuto risultati importanti. Erano anni molto belli ed intensi. Reggio Calabria è senza dubbio la città a cui sono più legato. La gente mi stima, io mi sento a mio agio e fin dal primo giorno mi sono sempre trovato benissimo in quella città».

In quegli anni sei stato partner d'attacco di Rolando Bianchi. Tu lo conosci bene: quali caratteristiche deve avere il suo compagno ideale?

«Rolando è secondo me un attaccante vecchio stile, la classica prima punta col fiuto del gol. Lo devi mettere in condizione di fare gol. È un giocatore in grado di fare reparto da solo, è un attaccante a cui non devi pestare i piedi, ma che ha bisogno di un compagno che gli giri intorno. Gli serve una classica seconda punta che crei gli spazi in modo che lui possa sfruttare le occasioni».

Parliamo un attimo della tua carriera. Nonostante tutti i gol che hai fatto non ha mai avuto la possibilità di indossare la maglia della nazionale.

«Purtroppo non mi è capitato. Ci ho pensato alcune volte, specialmente quando ero a Reggio. Insieme a Rolando, in quell'anno, abbiamo fatto 35 gol in due. Eravamo la coppia che aveva fatto più gol in campionato. Purtroppo non sono mai stato convocato. Posso dire però che le mie soddisfazioni in carriera me le sono tolte».

Aver cambiato così tante maglie è stata una scelta di vita o una casualità del mercato?

«Mah.. Diciamo che capita di cambiare squadra. Ad inizio carriera mi è successo spesso perchè ero sempre in prestito ed è più facile cambiare maglia. Dalla Reggina in poi sono stato quasi sempre acquistato, però sono state più scelte dettate dal momento».

Ultima domanda. Qual è il tuo pronostico per questa sera?

«Alla Reggina mancano giocatori importanti e rappresentativi come Bonazzoli. Credo che il Toro sia avvantaggiato questa sera, anche se spero che vinca la Reggina».

(Foto: M. Dreosti)