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Esclusiva

Bucciantini a TN: “La differenza tra Torino e Fiorentina non è tanta”

Andrea Calderoni
Andrea Calderoni Caporedattore centrale 

In esclusiva su Toro News le parole del giornalista, volto noto di Sky Sport, che ieri sera, mercoledì 7 giugno, ha raccontato la finale di Conference

Tra un viaggio in treno e un volo in aereo verso Praga, destinazione finale di Conference League della Fiorentina, Marco Bucciantini si è anche soffermato sulla stagione del Torino e sul proseguimento dell’avventura di Ivan Juric in granata. L’ha fatto in esclusiva su Toro News. Il giornalista, volto di Sky Sport ormai da alcune stagioni, ha analizzato con la consueta attenzione gli sviluppi granata.

Buongiorno Marco. Cosa pensa del proseguimento del rapporto professionale tra il Torino e Ivan Juric? “Io sono per la continuità. In questa stagione le squadre che hanno fatto meglio sono state quelle che hanno dato continuità: penso allo Scudetto del Napoli, al grande secondo posto della Lazio, alle finali della Fiorentina. Anche il Milan l’anno precedente era andato avanti con Pioli. Non è un caso che abbiamo raggiunto tre finali in tre diverse coppe europee con squadre che hanno dato continuità rispetto al recente passato. Chiaro che non è un discorso che vale al 100%, ma se c’è reciproca volontà di fare allora la continuità è davvero un vantaggio. Juric ha una schiettezza che sembra rendere le cose più complicate di come sono; in realtà, questa schiettezza è la forza del suo carattere e la società ha imparato a comprenderla. Il proseguimento del rapporto tra il Torino e Juric è un’ottima notizia”.

Arrivati in fondo, ritiene soddisfacente la stagione del Torino conclusa al decimo posto e con un’eliminazione ai quarti di Coppa Italia? “Il Torino si sta consolidando, gli è mancata una gara per raggiungere l’ottavo posto. Fa ancora fatica a dare continuità ai gol segnati. La squadra è però migliorata molto per come sta in campo, per come lotta, per come interpreta le partite contro tutti i tipi di avversari. Non riesce ancora a semplificare alcune gare con qualcosa di efficace in avanti: questo è stato il principale difetto del Torino 2022/2023. Soltanto tale aspetto non ha permesso al Torino di fare un balzo verso i 60 punti. Comunque, si è consolidato in classifica ed è stato costantemente in quella fetta di graduatoria. Dunque, è stata un’annata positiva”.

Juric ha dichiarato che uno dei suoi crucci è non essere riuscito a ricompattare l’ambiente granata. Da allenatore è giusto sentirsi responsabili di questo? “Intanto è notevole che Juric si ponga questo problema. Saldare la spaccatura tra tifoseria e società significherebbe crescere. Io penso che la condivisione delle idee e la pacificazione siano centrali per migliorare il lavoro di tutti. A Verona il compito di Juric era più semplice: il club arrivava da anni difficili, quindi era semplice migliorare. Il Torino è da tanti anni che non riesce a scalare un altro gradino. Certe fratture si sono anche sedimentate e sono più difficili da chiudere. Secondo me, è già un ottimo punto di partenza se Juric si pone questo come obiettivo personale. Poi, parliamoci chiaro: con 4 punti in più il morale cambia, con 8 si fa una festa. La squadra è competitiva, c’è. Bisogna trovare soltanto qualcosa in più negli ultimi trenta metri. Ma il dato rilevante sapete qual è?

Prego. “In Serie A è tornata l’identità Toro con Juric e con gli ultimi acquisiti. È tornata un’idea di cosa sia il Toro anche per gli avversari. Tale idea deve tornare anche tra i tifosi, serve la condivisione. Anche noi giornalisti possiamo fare il nostro con il racconto. In Italia siamo sempre sconvolti per i debiti ma ci piacciono le vittorie, quindi se le vittorie costano debiti, le festeggiamo lo stesso. Napoli e Lazio hanno invece ottenuto grandi risultati con bilanci perfetti, giocando con mentalità e identità forti. Condivisioni e idee accrescono qualsiasi avventura”.

In cosa deve migliorare il Torino per raggiungere il livello della Fiorentina? “Beh, non c’è stata una grande differenza tra Torino e Fiorentina. In campionato erano lì, in Coppa Italia il match è stato equilibrato e la Viola ha avuto il fattore casa. La Fiorentina attacca meglio del Torino. Lo ribadisco: al Torino manca qualcosa in avanti. Diamo tempo a Ricci e a Ilic di farsi le ossa e la qualità d’azione del Torino ne guadagnerà parecchio. In questa stagione la differenza tra Torino e Fiorentina non è stata tanta: mezza partita in campionato e uno scontro diretto giocato in Toscana per quanto riguarda la Coppa Italia. I modi di giocare sono diversi, è vero. Tuttavia, la conferma di Juric farà fare altri passi in avanti al Torino: soltanto quelli grandi sono eclatanti ma l’importante è progredire sempre. Il prossimo passo è il Torino in Europa. Per arrivarci serve la condivisione di tutti. Spero che i risultati sportivi di questa stagione di Napoli, Lazio e Fiorentina raccontino un modo di fare calcio interessante da sognare; è più facile sognare quello che fa il Napoli rispetto a quello che possono fare Juventus, Milan e Inter”.

È stata la stagione di Alessandro Buongiorno: cosa rappresenta per il Torino una storia come la sua? “Penso che un concetto alla base della riuscita di qualsiasi cosa nello sport e nella vita sia l’identità. E poi un allenatore deve proteggerla e trasformarla in mentalità. Giocatori come Buongiorno hanno un forte senso identitario e per questo sono preziosi. Negli ultimi anni tante squadre stanno cercando di ridare considerazione a questi concetti che apparivano stinti. In tal senso, credo che sia importante aver acquistato in due anni centrocampisti come Ilic e Ricci in grado di dare una fisionomia alla squadra. È bello prendere un giovane, migliorarlo e conservare questa forza”.