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Esclusiva

Pusceddu a TN: “Juric ha più fame ed è più grintoso di Mazzarri”

Andrea Calderoni

In esclusiva le parole dell’ex difensore, oggi commissario tecnico della nazionale della Sardegna

Vittorio Pusceddu ha concluso la propria esperienza nel calcio giocato nello spareggio della primavera 1998 tra Torino e Perugia, perso ai calci di rigore dai granata a Reggio Emilia. Di ruolo difensore, Pusceddu lega il proprio nome non soltanto al club granata, ma anche e forse soprattutto al Cagliari. Originario della Sardegna, ha infatti giocato con i rossoblù a inizio carriera e poi tra il 1992 e il 1996, prima di allenare la Primavera dal 2012 al 2015. Oggi è invece il commissario tecnico della nazionale della Sardegna. In esclusiva su Toro News ci parla delle sue sensazioni in vista di Torino-Cagliari di domenica.

Buongiorno Vittorio, che gara si aspetta domenica a pranzo?

“Mi aspetto una bella partita. Sono due squadre che amano giocare a calcio, il Torino da inizio stagione, il Cagliari soltanto da alcune settimane. I sardi erano stati remissivi e non avevano la giusta collocazione in un campionato così importante come la Serie A. Non erano né carne né pesce. Nelle ultime gare il Cagliari è migliorato ed è tornato l’entusiasmo. Il Torino è stato più costante e da inizio stagione sta facendo un’ottima figura. Juric è proprio un allenatore da Toro: mi piace tantissimo. Riesce a caricare la squadra nel modo giusto. Ha giocatori importanti: da Belotti a Bremer, passando per Brekalo. Peccato per i granata che hanno perso parecchi punti nei minuti finali di molte partite”.

Trova più aspetti comuni o più differenze tra Ivan Juric e Walter Mazzarri?

“Non c’è nulla in comune tra Mazzarri e Juric. Il croato è più giovane, è uscito dopo e non sta allenando da tantissimi anni, mentre la gavetta da allenatore di Mazzarri è molto profonda. Mazzarri dovunque è andato ha sempre fatto bene. Quest’anno non mi stava entusiasmando. Forse c’erano dei problemi nello spogliatoio che non facevano rendere al 100% l’ottima rosa rossoblù. Juric rispetto a Mazzarri è più determinato, più grintoso e ha anche più fame e più cattiveria. Le impostazioni sono molto differenti: Mazzarri prova a giocare di più con la palla, mentre Juric trasmette tanta aggressività che si riflette anche tatticamente”.

L’impatto di Daniele Baselli al Cagliari?

“Da quando è arrivato sta facendo abbastanza bene. Ha accusato in settimana un problemino fisico e non so se sarà presente domenica. Ha trovato una squadra che sta facendo bene e quindi l’inserimento è stato più facile. Se fosse arrivato in Sardegna qualche mese prima, avrebbe faticato molto di più perché c’erano diversi problemi nello spogliatoio”.

Ci ricorda un po’ la sua duplice esperienza al Torino?

“La città mi è rimasta nel cuore. I tifosi granata sono eccezionali. Nel 1985/1986 riuscimmo a qualificarci in Coppa Uefa. Giocai pochissimo in quella stagione, appena cinque gare, ma riuscii a segnare due gol, a Inter e Avellino. Contribuii anch’io alla qualificazione Uefa. L’ultimo campionato non finì come volevamo. Io arrivai a metà stagione dall’Empoli. Lo spareggio contro il Perugia a Reggio Emilia finì male e non fummo promossi. Ai calci di rigore la spuntarono gli umbri. Fu un’annata contraddistinta dagli infortuni. Mi ricordo che in una partita saltarono ben tre legamenti del ginocchio. Mi sembra che fossero quelli di Brambilla, Citterio e Sommese: erano tre titolari che stavano facendo molto bene. Nonostante questo, Torino resta una piazza importantissima. Ha sempre avuto grandi campioni. Meglio di così la tradizione granata non potrebbe essere. Anche oggi ha ottimi prospetti. Mi auguro che il Torino possa togliersi delle soddisfazioni importanti”.

Oggi ha un ruolo un po’ particolare. Ce lo illustra?

“Sono selezionatore della nazionale sarda. Si tratta di una di quelle nazionali non ancora riconosciute dall’Uefa. A giugno, se tutto va bene, andremo a giocarci un campionato europeo a Nizza per dieci giorni. Dopo un paio d’anni di sofferenza, l’evento dovrebbe finalmente tenersi. Ci auguriamo di far bene. Abbiamo tanti giocatori conosciuti e altri che sono meno blasonati. Un’altra formazione presente sarà il Regno delle Due Sicilie. Ognuno cercherà di fare il meglio per la propria terra. Noi proveremo a portare in alto il nome della Sardegna”.