toro

Aldo Cappon (nipote Ballarin): “Il 4 maggio? E’ da qua che si vede che il tifo granata è unico”

Marco De Rito

ESCLUSIVA TN / Il presidente del Toro club di Chioggia: "Oggi mi sembra che il ricordo sia ancora più vivo rispetto a qualche anno fa. Derby? L'importante è uscire dallo Juventus Stadium a testa alta e non come l'anno scorso"

"Mancano tre giorni alla ricorrenza della tragedia di Superga. Sessantotto anni fa la squadra più grande di tutti i tempi si schiantò contro il colle e nessuno di quei giocatori sopravvisse a tale impatto. Il tempo trascorre ma il ricordo non passa mai e quei giocatori sono ormai leggenda nel cuore di tutti i tifosi del Torino.

"Aldo Cappon non ha ricordi di quella squadra: non ha mai potuto ammirare le gesta di suo nonno Aldo Ballarin dato che doveva ancora nascere nel 1949 ma comunque ha fondato il Toro Club di Chioggia: "Aldo e Dino Ballarin", di cui è il presidente, e contribuisce a tenere vivo il ricordo degli "Invincibili".

Aldo Cappon ci avviciniamo sempre di più al 4 maggio. Nonostante siano passati tantissimi anni il ricordo per i campioni che furono non cambia mai...

"Quest'anno sarà il 68° anniversario da quel maledetto giorno. Sorprende il fatto che più passa il tempo ed il ricordo non affievolisce ma aumenta. Io ho la sensazione che sia atteso più attualmente che qualche decennio fa questo giorno. Il 4 maggio è una data triste ma deve essere la giornata della memoria e del ricordo. Il fatto che dopo tutti questi anni la ricorrenza rimanga ancora un momento sacro per tutti i supporters granata è veramente commuovente. Penso che sia questo quello che ci contraddistingua dagli altri tifosi, il Toro non è una squadra qualunque per il suo passato e per i sostenitori che ha".

A ridosso della ricorrenza ci sarà il derby della Mole. Secondo lei può essere un fattore di spinta in più per la squadra?

"Me lo auguro. Ho sentito che già da ieri i tifosi sono accorsi in massa per sostenere i ragazzi (leggi qui)e caricarli per questa partita che è sempre molto sentita da tutti noi. L'atmosfera è molto volitiva, sia da parte dei tifosi che per la squadra. La mia speranza è che almeno in campo diano tutto il possibile, uscendo con la maglia sudata ed a testa alta. Non vorrei rivedere le scene dello scorso anno allo Juventus Stadium quando abbiamo perso malamente ed al termine della gara i giocatori si comportavano come se niente fosse accaduto".

Ritornando al Grande Torino, a Chioggia avete fatto un'iniziativa esemplare durante la festa dello sport per le scuole. Ai ragazzi è stata illustrata la storia degli Invincibili. Ha avuto successo?

"Si è stata una bella esperienza. Nonostante ci fossero ragazzi delle elementari e delle scuole medie, molti erano a conoscenza della storia degli 'Invicibili' e della tragedia questo grazie ai genitori che gliel'avevano già illustrata ma anche per il rispetto che a Chioggia c'è per mio nonno e suo fratello. C'era molto interesse, tutti i ragazzi hanno fatto domande e seguivano con attenzione. Questo mi  ha colpito molto ed è un altro segnale che nonostante cambino le generazioni quella squadra che perì nel 1949 resta ancora nel cuore di tutti ed è ancora più bello che questo sentimento non cambi con il passare delle generazioni". 

Ci sono programmi particolari nella città nativa dei fratelli Ballarin in occasione della commemorazione del 4 maggio?

"Qui a Chioggia ci sarà una partita allo stadio Aldo e Dino Ballarin, dove i professori delle scuole affronteranno i propri studenti. Per l'occasione si rifaranno le gigantografie nello stadio e le meteranno nelle tribune. Inoltre l'iniziativa di cui abbiamo parlato prima e che si era svolta solamente nelle scuole, in occasione del 4 maggio si rifarà ma aperta a tutta la cittadinanza".

Per il Filadelfia ci siamo, fra poco sarà il momento dell'inaugurazione. Pensa che sia il giusto tributo per una squadra che ha fatto la storia del calcio italiano?

"Ovviamente non sarà più il Filadelfia di una volta, i tempi cambiano. Il problema del Fila è che è stato abbattuto e non penso che adesso potrà tornare come quello di un tempo. Comunque, a questo punto, penso sia giusto ridare il luogo dove mio nonno ed i suoi compagni abbiano messo in mostra le loro gesta al Torino ed ai suoi tifosi".