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Oltre al gioco Nay si dedicava con altrettanta solerzia anche allo studio. Ed è proprio in virtù di questa abnegazione che si rese protagonista di un episodio che vale la pena ricordare. Lo raccontò lui stesso in un'intervista:" Era l'aprile del 1952, dovevamo giocare in casa contro il Palermo. In quei giorni ero alle prese con la preparazione di un ostico esame universitario al quale avevo dedicato molte ore di studio notturno e, come se non bastasse, ero anche diventato papà da poco e i pianti del pargolo non aiutavano di certo il raro riposo che potevo concedermi. La domenica, nel corso della partita, a un tratto un giocatore del Palermo mi spintona e mi manda a terra".
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Si capisce facilmente cosa accadde in capo a un paio di minuti: "Avverto come tenera sensazione la cara erba amica del Filadelfia e vengo preso come d'incanto da una dolce, languida sonnolenza, una sensazione meravigliosa. Mi do per svenuto, pur di approfittare dell'occasione per schiacciare un pisolino di qualche breve minuto. Fui però costretto a svegliarmi per le urla dei tifosi che, credendomi davvero privo di sensi, minacciavano l'invasione di campo!"
Pochi anni al Torino marcati da una professionalità e da un amore per la maglia che è sempre più raro trovare al giorno d’oggi. Tutto questo era Cesare Nay.
Laureato in Lingue Straniere, scrivo dall’età di undici anni. Adoro viaggiare e ricercare l’eccellenza nelle cose di tutti i giorni. Capricorno ascendente Toro, calmo e paziente e orientato all’ottimismo, scrivo nel segno di una curiosità che non conosce confini.
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