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Berruto: “Lazio-Toro? Un episodio che può creare disinnamoramento verso il calcio”

Roberto Ugliono

Esclusiva TN / L'ex coach della nazionale italiana commenta anche le parole di Inzaghi: "Si può anche sbagliare, ma poi si chiede scusa"

Il caso Lazio-Torino sembra ormai trascendere dall'aspetto sportivo. I granata, fermati dall'Asl, non si sono presentati a Roma per la partita contro i biancocelesti, mentre la Lega Serie A non ha rinviato la gara. Una situazione che sembra quasi paradossale. Per commentare il momento abbiamo contattato Mauro Berruto, non solo tifoso granata, ma soprattutto grande uomo di sport.

"Partiamo dal punto iniziale di questo teatrino: le parole di Inzaghi. 

""È stato poco rispettoso non solo nei confronti del Torino e dei suoi giocatori, ma della situazione che viviamo da un anno. Ho letto anche di tifosi della Lazio stessi che erano arrabbiati per le parole di Inzaghi. Il tecnico finita la sua partita di campionato, e dubito non fosse a conoscenza della situazione del Torino, ha fatto passare due messaggi: voglio giocare a tutti i costi e lo voglio fare pensando che gli avversari siano riposati. Non c’è punto logico per il quale ci si possa appellare a cose del genere. Si può sbagliare, ma poi ci si scusa a freddo. Anche a me è capitato di dire cose fuori misura, ma poi ho sempre corretto il tiro. Questa è una brutta faccenda per un allenatore che stimo per quello che fa sul campo, ma che ora ha fatto un’uscita che poteva risparmiarsi. Questa situazione ci vede da un anno drammaticamente a contare morti e contagiati, a rincorrere vaccini. In un quadro del genere non trovo un appiglio per giustificarlo".

"In questa situazione c’è anche una spaccatura tra Figc e Lega Serie A. Gravina ha sottolineato l’impossibilità di giocare questa partita, mentre la Lega ha deciso di non rinviarla

""Mi sembra un’occasione persa per far vincere il buon senso. Ci sarà il 3-0 a tavolino e il punto di penalizzazione, ma mi auguro che finisca con una partita recuperata. Credo che l’annullamento dell'eventuale sconfitta a tavolino sia inevitabile. Non capisco perché questa forzatura del rispetto di un regolamento che non viene interpretato con il buon senso".

"Lo scenario peggiora se si pensa anche all’aspetto umano. Giocatori e staff del Torino hanno vissuto una settimana con il timore di essere contagiati e di poter contagiare figli, parenti e amici.

""Ogni tanto c'è da fare un bagno di consapevolezza nella realtà. Mi auguro che qualsiasi atleta comprenda l’impatto del coronavirus, che può essere pericoloso e che può intaccare famigliari e persone care degli atleti stessi. Mi sembra inopportuna la forzatura su questo argomento. Non è che un focolaio all’interno dello spogliatoio del Torino rimane al Filadelfia. I figli vanno a scuola per esempio. Mi sembra quasi superfluo doverne parlare e doverlo sottolineare, il calcio non vive in un universo parallelo. È il motivo per cui rischia di allontanarsi dall’affetto della gente. Stiamo sgretolando l’amore per lo sport in virtù di una strategia che non so dove possa portare. Dove vuole andare questo calcio? Non regge un modello così a lungo termine. Un modello che dimentica l’aspetto emotivo e il legame emozionale con la propria squadra. Se il calcio deve passare sopra a centomila persone morte per la pandemia non porta niente di buono. Qual è il vantaggio che può avere la Lazio? Una vittoria a tavolino temporanea? I tifosi della Lazio che vantaggio ne traggono? Viene da intristirmi, perché questa pandemia ha messo tutti sulla stessa barca. C’è chi è più fortunato e la sta scampando e chi è sfortunato e si becca un focolaio, ma non ci sono vantaggi o svantaggi. Mi rammarico di questa distanza abissale tra la realtà e un calcio che è quello che amo io e che amo, ma segnalo il rischio di una possibilità enorme di disinnamoramento".

"Una situazione del genere sembra tipicamente italiana. All’estero non si sono viste scene del genere.

""Fra i casi molto italiani c’è la dinamica della battaglia fra la Lega e Federazione. Io ho lavorato all’estero e conosco modelli diversi. Che il rapporto lega-federazioni debba essere per forza conflittuale è una cosa che ho trovato solo in Italia. Non saprei darmi una risposta. Anche in questa occasione la federazione ha pensato una cosa e la Lega un’altra".

"Provando a parlare di calcio. Come potrebbe reagire il gruppo? La reazione potrebbe essere positiva se i giocatori del Torino dovessero vivere tutto questo come uno schiaffo subito?

""Non c’è dubbio che questa situazione possa generare un effetto di rimbalzo. Non c’è dubbio che un allenatore come Nicola tenterà di usare ogni strumento possibile. Qui non è solamente una questione sportiva. Questo è un fatto di rispetto. Non parliamo di una partita rimandata o di recuperare un punto di penalizzazione. Chiaro che è una storia molto da Toro; nel momento in cui la reazione sembrava essersi innescata arriva questo impedimento, io avevo la sensazione che con il Sassuolo si potesse vincere e iniziare un filotto di risultati che quest’anno non era mai successo. Questa roba se doveva succedere a qualcuno, poteva succedere solo al Toro. In più c’era di mezzo anche un turno infrasettimanale. L’allenatore cercherà di trasformare tutto questo in voglia di riscatto. Ma vorrei aggiungere una cosa".

"Prego.

""Riguardo la polemica Ibra-Lebron James. Sarebbe bello ogni tanto che si sentisse la voce di qualche calciatore. Perché deve continuare a esserci una dicotomia tra modello americano di atleta e un modello europeo dove gli atleti non si esprimono mai su altri temi. Quale occasione migliore di questa? Ci sono giocatori che stanno vivendo un teatrino paradossale e intanto temono di essere contagiati e di poter contagiare parenti. Ma perché un giocatore del Toro o della Lazio non può dire quello che pensa? Siamo sicuri che tutti sarebbero opportunistici? Io credo di no. Io nella polemica tra LeBron e Ibra sto dalle parte dell’americano che si spende e la dice come la pensa".