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Juric batte con merito Ballardini: la mano del croato si vede sempre di più

Andrea Calderoni

Il confronto tra i due tecnici premia il granata: le sue scelte sono chiare, fin dal 1'. E il suo Torino ha un'identità delineata

"Oggi va benissimo così": Ivan Juric non ha esternato chissà quali concetti, post Torino-Genoa. Ha preferito godersi il bicchiere mezzo pieno, caratterizzato non soltanto dai tre punti (ritorno al successo dopo oltre un mese) ma anche dalla prestazione della sua squadra, soprattutto nel primo tempo. Ci sono state anche delle imperfezioni, ma i granata ci metteranno la testa nelle prossime ore in vista del turno infrasettimanale contro il Milan al "Meazza" e potranno farlo con una fiducia diversa, derivata per l'appunto dalla vittoria. Juric ha comunque preparato, ancora una volta, molto bene la partita, sfruttando nel migliore dei modi le peculiarità della sua rosa.

SCELTE - Era una partita da vincere? E allora dentro dal 1' Ansaldi per curare con un occhio di riguardo la fase offensiva (subito incornata vincente di Sanabria su cross dell'argentino). Manca Mandragora? E allora giocano dall'inizio i due mediani a cui si è dato più fiducia fin qui, ovvero Pobega e Lukic. Anche in questo caso il tecnico croato è stato premiato dalla prestazione diligente del serbo, in netta crescita rispetto a un avvio balbettante di stagione, e dal classe 1999 ex Spezia che ha confermato di essere bravissimo negli inserimenti. Con il rientro di Praet e di Belotti, inoltre, il Torino è tornato a respirare dal punto di vista delle alternative offensive. Come era accaduto nelle prime giornate di campionato sulla trequarti, anche contro il Genoa quest'aspetto ha fatto la differenza. Avere più energie nel finale nel reparto offensivo ha permesso ai granata di tenere alta la propria qualità e di replicare al gol di Destro. La panchina è dunque tornata a giocare un ruolo decisivo, tanto che ha contribuito al gol di Brekalo (assist del belga Praet).

IDENTITA' - Il Torino ha dato l'idea, nuovamente, di avere le idee chiare, di sapere quello che vuole quando scende in campo. Dopo meno di quattro mesi Juric è riuscito a infondere un'identità definita alla sua squadra e qui risiede la principale differenza rispetto al Genoa di Davide Ballardini. Le rimonte possono riuscire una volta, due volte ma non possono andare sempre a buon fine. Il Grifone ha dimostrato di avere i mezzi per poter impensierire il Torino e molte altre squadre, ma non ha ancora imboccato la retta via. Ballardini sta ancora mischiando e rimischiando le carte, anche in gara in corso. Infine, anche nel Torino non sono state tutte rose e fiori ieri sera (evitabili i due gol presi, Aina non ha dato il contributo difensivo sperato dopo l'acciacco di Ansaldi, si poteva essere più cinici sotto porta senza permettere al Genoa di rimanere in partita sino al 95') ma la mano di Juric è ormai un dato di fatto ed è giusto che il tecnico possa semplicemente dire "sono felice perché una vittoria così ci voleva".