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Galante: “Toro, la salvezza è vicina. Poi, interrogarsi su cosa non è andato”

Andrea Calderoni

Esclusiva TN / L’ex difensore di Torino ed Inter analizza la sfida del “Meazza” e parla del suo passato in granata

Fabio Galante ha fatto innamorare centinaia di ragazze a cavallo tra gli anni Novanta e Duemila. Al Torino, però, ha lasciato anche un grande ricordo come calciatore e non soltanto come sex symbol. D’altronde non potrebbe essere altrimenti per un difensore che ha collezionato 322 presenze in Serie A, mentre con la maglia granata 135 in tutte le competizioni. Il toscano ha vinto anche una Coppa Uefa ai tempi dell’Inter. Proprio per questo lunedì alle 21.45 vivrà un Inter-Torino particolare e soprattutto da doppio ex.

Buongiorno Fabio, i granata hanno conquistato tre punti pesantissimi contro il Brescia ed ora spazio all’Inter. Che momento è per il Toro?

“Il Toro è reduce da una vittoria preziosa, uno scontro diretto che non poteva perdere. Manca veramente poco per raggiungere la salvezza. Il successo con il Brescia ha dato entusiasmo”.

Come spiega il deludente campionato del Torino?

“Ci sono annate che nascono male. Quando avviene un cambio di tecnico a stagione in corso, si capisce bene come le cose non siano andate per il meglio. Il Torino non è stato costruito per salvarsi, era da parte sinistra della classifica. Ci sono anni che sono particolari e bisogna cercare di non renderli tragici sportivamente, centrando quanto meno la salvezza. Poi, ci si interrogherà su cosa non è funzionato”.

Uno dei grandi problemi del Torino sia con Mazzarri che con Longo è stato il rendimento difensivo, completamente agli antipodi rispetto alla passata stagione.

“Sì, però, quando si parla di difesa non si può parlare soltanto di un reparto ma dell’insieme della squadra. Sia uno della vecchia guardia come Mazzarri, molto preparato tatticamente, sia un giovane come Longo hanno provato a lavorare in tal senso ma qualcosa non è stato recepito nel migliore dei modi e la squadra è sempre apparsa un po’ sbilanciata. Il fatto strano è che presi singolarmente i giocatori del Torino sono molto validi, anche in difesa. Gente come Izzo, Bremer e Nkoulou sono di primo livello, senza dimenticare alcuni esterni come Ansaldi. Alle loro spalle c’è tra l’altro uno dei portieri migliori d’Italia, Sirigu”.

Dopo la pausa forzata causa Covid-19, l’Inter ha avuto un po’ di difficoltà, emerse in maniera evidente con Bologna e Verona. Come giudica la prima stagione di Conte sulla panchina neroazzurra?

“Non è mai facile giudicare. Il minimo è stato raggiunto, confermando la qualificazione in Champions League. Con l’arrivo di Conte e di tanti altri giocatori di livello ci si aspettava qualcosa di più. È chiaro che un voto non si può dare oggi, poiché ad agosto ci saranno ancora le partite di Europa League, che potrebbero valere il primo trofeo dell’era Zhang. Non si costruisce una grande società dal niente, ma passo dopo passo. Penso che l’Inter stia maturando come brand e come parco giocatori. Il futuro è roseo e dalla parte dei neroazzurri”.

Infine, uscendo dal contesto di Inter-Torino, sulle sue cinque stagioni in granata ha sempre dichiarato che non si possono dimenticare. Perché?

“Perché quando penso al Toro la prima cosa che mi viene in mente è la passione e l’attaccamento della gente granata. E poi ho avuto la fortuna di vivere tanti bei momenti, a partire dal Derby che si ricorderà anche tra cento anni, da 0-3 a 3-3 con rigore fallito da Salas. Inoltre, ho ottenuto una promozione con Camolese e un decimo posto in Serie A. Ho anche potuto giocare le qualificazioni di Intertoto”.