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Bella Sarai

di Mauro Saglietti

I PIRATI SENZA CARAIBI
Riprendiamo oggi la nostra cavalcata negli anni Settanta, interrotto qualche settimana fa, mentre...

Redazione Toro News

di Mauro Saglietti

Forza Toro,Forza Toro,torneranno i tempi d’oro,col Torino che s’avanza,rifiorisce la speranza…

Insomma, lo conosciamo tutti. La rima non sarà granché, alle nostre orecchie navigate (quelle di Cicciolina poi non ne parliamo – perdonate ciò che ho appena scritto), ma in quegli anni è la colonna sonora del nostro scudetto (il disco, non Cicciolina. Lei fa da colonna sonora ad altri eventi).L’inno della juve invece è il seguente.Perdonate, cercherò di ricordare le parole originali, ma nel corso degli anni ho memorizzato la versione ritoccata, e soprattutto più corretta del testo

Gjuve, gjuve, il Comunale grida già,cjuve, cjuve, lo grida tutta la città,mille band… ehm… mille carote arancioni intorno a noi,ci fan sentire in campo undici c…per questo noi candiamo in coroe la Gjuventu!la squadra che sul… (OMISSIS) …ci sta

Perdonatemi davvero, non raggiungerò mai le alte cime della spiritualità, travolto come sono stato e sono dalle passioni terrene.Insomma, quando nel benedetto programma di dediche, irrompono gli inni, nei cortili si spalancano le finestre, per far sentire al vicino quello della propria squadra, sparato a ventimila decibel.Poi tutto finisce e ci si prepara per la partita delle 14:30.

CI VOGLIONO SOLTANTO CAVOLIIl 30 novembre del 1975 il Torino raccoglie un punto a Roma, raggiunto da Negrisolo, dopo essere stato anche in vantaggio. Una eventuale vittoria sarebbe potuta essere una mezza rivoluzione per il campionato.Rivoluzione che invece era avvenuta nella classifica del giorno precedente.Non c’erano state grandi novità, ma il podio era stato scombinato. Bella dentro di Paolo Frescura era passato dal secondo al terzo posto. Posizione d’onore che, udite udite, era stata occupata da Sabato Pomeriggio di Baglioni, in discesa dopo quasi 150 anni di permanenza ininterrotta in vetta.Qual era diventata la canzone regina?Proprio la Profondo Rosso dei Goblin che, assieme al film omonimo, sarebbe diventata presto un must.Non solo, ma poco prima della domenica che precede l’attesissimo derby, Baglioni, forse stanco di vendere copie, sprofonda dal secondo al quinto posto, consentendo a Feelings di Morris Albert di recuperare due posizioni dalla sesta alla quarta. Stabile al terzo Bella Dentro, mentre al secondo, in salita, troviamo The Hustle di Van Mac Coy.Che in torinese suonerebbe come “Ci vogliono soltanto cavoli”. Aj’ van mac coi.Perdonatemi ancora, ma questi articoli sono gratis e quindi penso che dobbiate subire un po’ delle mie turbe.La domenica, comunque, si giustizia la gobba priva di Bottega (gastroenterite) con un poderoso 2-0 firmato dai Gemelli nella ripresa. Che le danze, seppur in quel freddo nebbioso, abbiano inizio.

La discografia per bambini negli anni ’70 non era corposa come quella del decennio seguente, ma sicuramente meno monocorde e cristinad’avenizzante.Si era partiti negli anni precedenti con i 45 giri di Johnny Dorelli, oppure quelli tratti dalle fiabe di Topo Gigio (ci divertivamo proprio con poco…). In alcuni casi poi, la canzoncina per bambini era tratta direttamente dalla pubblicità e, anche se non entrava a far parte dell’Olimpo delle Hits, otteneva comunque un discreto successo.Chi non ricorda Miguel son mi, tratta dal Carosello della Colussi? O Mariarosa, Carosello del lievito Bertolini.

Brava brava Mariarosa, quante cose sai far tu.Qui la vita è sempre rosa, solo quando ci sei tu.

Quel canarino si è ferito e non lo lasciò qua…Lo prendi papà?Certo, se vuoi, così guarirà.

Et voilà, c’è tutto quello con cui siamo cresciuti in questi pochi versi.E come non dimenticare una canzone di cui non ricordo il titolo, ma che si muoveva nel difficile terreno del politically incorrect? Credo che il titolo fosse Scuola, ma potrei sbagliarmi.

Scuola, scuola, scuola,com’è brutto andare a scuola,senza voglia di studiare-are-are-are

Mogol tentò ripetutamente il suicidio dopo aver letto questi passi.Infine voglio terminare la nostra carrellata allucinata e visionaria sulle canzoni per bambini anni ’70 con la musica tratta dalla pubblicità delle arance Birichin.Si diceva che la bambina che la cantasse fosse di Torino, ma non ho testimonianze dirette in merito, e mi affido ai ricordi.Durante i minuti che precedevano l’inizio delle partite, l’impianto sonoro del Comunale (che era di tutto rispetto e si sentiva benissimo, anche dalle curve) spesso trasmetteva le note di

Ma che paese…Straordinario!E’ il paese dell’incontrario…Dove sia non si sa…Io lo so, ma non lo dico!

LE TRE CAMPANEIl Toro chiuse l’anno battendo il Como in casa per 1-0 in una gara dominata dalla nebbia e si congedò dai tifosi in piena scia bianconera.Allo stesso modo, prese il pane e lo mangiò.No, scherzavo.Dicevo.Allo stesso modo, La tartaruga di Bruno Lauzi entrò nella scia di Profondo Rosso e mise la freccia per un sorpasso che non sarebbe tardato. Del resto la nostra storia è la storia di un sorpasso, che sarebbe avvenuto molto più avanti, come già detto.The Hustle scendeva in terza posizione, mentre Lilly di Venditti resisteva al Quarto.La classifica vedeva Paolo Frescura, quanto mai a suo agio in quelle giornate invernali, perdere ben quattro posizioni, scendendo dalla terza alla settima.Ma la novità era l’ingresso di due canzoni, rispettivamente al sesto e all’ottavo posto, che rientravano nello stesso filone, tipicamente anni Settanta, quello del romantico – malinconico, che sfociava nelle lacrime.Attenzione però. Non si trattava di lacrime bastarde, come quelle del film L’ultima neve di primavera, autentico attentato alla capacità di controllo umana, film di fronte al quale piangerebbero anche i sassi. Erano storie strappalacrime, ma basate su qualcosa di genuino, e comunque sulla sostanza musicale.La prima canzone è Il maestro di Violino di Domenico Modugno.Quasi un duetto tra un insegnante di violino e una ragazza, di trent’anni più giovane.Quasi un duetto se non fosse che la ragazza dice poche parole, anche se la conclusione, micidiale, spetta a lei.Il pezzo incomincia con le indicazioni del maestro, basate sulla traccia musicale (Attenzione al MI), poi dà sfogo ai pensieri interiori del maestro.

Che cosa mi sta succedendo?Una tenerezza che, io non ho provato mai…Innamorato di te, ed ho trent’anni di più…

La seconda canzone, pezzo ancora oggi fruibile e toccante, è Le tre campane, della Schola Cantorum, gruppo vocale che conobbe una certa fortuna nel nostro decennio.In realtà il tema originale pare fosse tratto da un canto di origine svizzera, adattato per l’occasione.Le tre campane sono le tre fasi della vita di un uomo, la nascita, il matrimonio, la morte.

La campana del villaggio…Anche oggi suona a lui,un riposo tanto dolce, non aveva avuto mai.E la gente che lo amava,non ci pensa quasi più,cala il vento nella valle,la campana suona ancora,mentre il sole se ne va…

Il viaggio, il nostro viaggio negli anni Settanta, è ancora lontano dalla conclusione.Ci sarà tempo per parlare di Sport, passioni, film e naturalmente musica nella prossima puntata di Bella Sarai – Viaggio negli anni Settanta.

Mauro Saglietti

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