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Il Toro è un luogo

di Silvia Lachello


Buongiorno Toro... ho sempre troppo poco tempo, ma mi barcameno: non lo facciamo un po’ tutti? Bene: sapete di che cosa parlo.
E nel mio affannoso ed...

Redazione Toro News

"di Silvia Lachello

"Buongiorno Toro... ho sempre troppo poco tempo, ma mi barcameno: non lo facciamo un po’ tutti? Bene: sapete di che cosa parlo.E nel mio affannoso ed affannato navigare pei mari della vita, cerco di tenere traccia di ciò che poi vorrò fare... per esempio: ascoltare la radio. Amo la radio (Eugenio Finardi ed io siamo in sintonia) e vorrei fare un monumento all’ideatore del podcast. Scarico (legalmente, wow!) le trasmissioni che non riesco a sentire e poi... e poi ce la faccio, finalmente, faccio il pieno di radio.Leggete che cosa ho finito di sentire poco fa:“Ci sono posti che sembrano brutti e poi nascondono cose bellissime. Ce ne sono altri che, per motivi misteriosi, sono belli e lo rimangono, anche se tutto intorno diventa orribile. Ce ne sono altri ancora che sono meravigliosi, perché qualcuno ha fatto in modo che lo diventassero. Ecco, in questi casi è meglio non chiedersi COME sono diventati così, è meglio godersi quella bellezza perché può accadere che i motivi di tale bellezza siano terribili e crudeli.”[*]Provo a cambiare qualche parola:“Ci sono squadre che sembrano brutte e poi nascondono cose bellissime. Ce ne sono altre che, per motivi misteriosi, sono belle e lo rimangono, anche se tutto intorno diventa orribile. Ce ne sono altre ancora che sono meravigliose, perché qualcuno ha fatto in modo che lo diventassero. Ecco, in questi casi è meglio non chiedersi COME sono diventate così, è meglio godersi quella bellezza perché può accadere che i motivi di tale bellezza siano terribili e crudeli.”Ecco: mi piace pensare al Toro come ad un luogo, un luogo eventualmente brutto, a volte considerato tale per sfinimento o solo per partito preso, un luogo che, però, può nascondere cose bellissime. E preferisco NON pensare al Toro come ad un luogo che abbia alle spalle motivi terribili e crudeli che siano ragione della sua bellezza.Mi duole ammetterlo, ma io metto in pratica l’ottimismo della zebra che, quando Noè annunciò che gli animali sarebbero saliti sull’arca in ordine alfabetico, si voltò verso lo zebù e gli fece ciao-ciao con una zampa. No, non per dileggio: solo per la capacità di non disperarsi fino a quando non fosse davvero stato il momento per farlo.Pensate un po’: se le zebre fossero state le prime escluse dall’arca, l’emblema dell’altra squadra di Torino sarebbe stata la zanzara e il colore delle maglie, ça va sans dire, più consono.Scusate se ho parlato positivamente delle zebre: si tratta di una licenza poetica... buon fine settimana, sorelle e fratelli, e che lo sia veramente...

"[*] Amnesia, programma (semplice e geniale) condotto da Matteo Caccia, puntata del 3 giugno 2009