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Toro alla conquista del mondo

di Stefano e Valentino Della Casa

 

Father Forse i più si ricordano di Polster e di Schachner, i due austriacanti che hanno frequentato il Toro negli anni...

Redazione Toro News

di Stefano e Valentino Della Casa

Father Forse i più si ricordano di Polster e di Schachner, i due austriacanti che hanno frequentato il Toro negli anni Ottanta. Oggettivamente su nessuno dei due abbiamo puntato quanto stiamo facendo adesso su Saumel, grazie al suo tiro fuori area che ha piegato il Palermo e ci ha regalato finalmente una domenica tranquilla e serena. C’è stato anche un Muller dalle nostre parti, ma nonostante il nome veniva dal Brasile e infatti si pronunciava Miller: prometteva molto, non ha realizzato tanto, possiamo archiviarlo tra le promesse mancate. E poi non veniva dalle Alpi ma dal Sertao, e la saudade non gli arrivava dalla mancanza di birre ma dalla lontananza del carnevale. Insomma, il Toro ha raramente parlato tedesco. Tant’è vero che il crucco più notevole nella nostra storia è stato uno dal nome decisamente italiano, Tony Cargnelli nel 1940-41 ha allenato i granata e aveva con sé un passaporto austriaco, anche se l’Austria era stata invasa e annessa da Hitler. Si perde nella notte dei tempi anche la ricerca di uno svizzero granata, per cercare gli avi ipotetici del grande Dzemaili. Mi viene in mente solo l’estroso e simpatico Turkylmaz, che non ha mai vestito la maglia granata ma che nei primi anni Novanta si era detto potesse passare dai rossoblù bolognesi ai nostri colori. Una volta tanto non ci sono dubbi: nel cambio ci abbiamo certamente guadagnato.Son “Per il Torino, ha segnato il numero 24: JURGEEEEEEEEEEEEEEEEEEN SAUMELLLLL!”Chiedo scusa per la mancanza della dieresi, ma credo che il nome ed il cognome siano abbastanza chiari, ovvero Jurgen Saumel, colui che ci ha fatto vincere con un grandissimo goal contro il Palermo. Acquistato a parametro 0 dallo Sturm Graz, squadra austriaca, ha messo in mostra buone partite con alcune decisamente sotto tono, ma le potenzialità ce le ha eccome e la rete di sabato è come la rappresentazione globale di queste. Da un po’ di tempo, va molto di moda il “Gemacht in Deutschland” (traduzione decisamente letterale, e credo anche sbagliata, del “Made in German” inglese): non siamo solo noi che compriamo nell’Europa del nord o comunque quella continentale. Il nostro campionato va via via riempiendosi di giocatori tosti, svedesi, austriaci o svizzeri appunto, che garantiscono prestazioni costanti senza omettere delle belle giocate o dei numeri d’alta scuola. Infatti più che Saumel, mi piacerebbe parlare tantissimo di un certo Dzemailli, 21enne, che non è né austriaco né tedesco, bensì svizzero, ma che comunque risponde appieno alle caratteristiche tipiche appena descritte dei giocatori germanici. Non solo ha un fiato da far paura, ma spaventa come a 21 anni questo centrocampista riesca a prendere in mano la squadra, facendo lanci fantastici e tirando delle vere cannonate da fermo o in movimento, di destro o di sinistro. È stato semplicemente fenomenale (phänomenal, per gli intenditori) e mi chiedo come possa diventare una volta completamente maturato.Insomma, l’era dei Deutschen in Italia è solo all’inizio…