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Serie A: commento alla 11.a giornata

Tanto tuonò che piovve, dopo 49 risultati utili consecutivi in campionato la Juve perde meritatamente contro una buona Inter, nonostante un gol in fuorigioco appena partiti ed un’espulsione solare non decretata a Lichsteiner i...

Nino Mancini

Tanto tuonò che piovve, dopo 49 risultati utili consecutivi in campionato la Juve perde meritatamente contro una buona Inter, nonostante un gol in fuorigioco appena partiti ed un’espulsione solare non decretata a Lichsteiner i bianconeri sono apparsi in difficoltà contro la gabbia di Stramaccioni a centrocampo e la generosità dei tre davanti che pressando alto impedivano le ripartenze bianconere, dopo il fair play dei presidenti in settimana potrebbe essere tra queste due squadre la lotta per il titolo, anche alla luce dell’ottimo pareggio granata al San Paolo che ridimensiona le ambizioni partenopee non per i punti di distacco ma per la scarsa maturità a chiudere alcune partite.

La Fiorentina si conferma una delle sorprese di questo scorcio di torneo, contro il Cagliari soffre nel primo tempo pur guidando il gioco per larghi tratti mentre nella ripresa dilaga grazie alla classe di Jovetic; la Lazio invece crolla a Catania, un campo difficile dove i ragazzi di Maran continuano a sorprendere per la freschezza atletica e la rapidità degli avanti che hanno messo in seria difficoltà la retroguardia biancazzurra.

Il Milan risorge contro il Chievo nell’anticipo pomeridiano, dopo mezz’ora di equilibrio i rossoneri presi per mano da Montolivo ed El Sharawy hanno la meglio contro i clivensi troppo rinunciatari, equo pareggio al Dall’Ara dove l’Udinese raddrizza con il solito Di Natale lo svantaggio ad opera di Diamanti in una partita non proprio indimenticabile.

Delusione anche per i cugini rossoblù che perdono anche a Siena grazie ad un gol su corner di Paci, grifoni apparsi senza idee come se il cambio in panchina avesse contribuito a creare ulteriore confusione; nel posticipo serale la Roma spiana il Palermo apparso intimidito dal gioco giallorosso, Zeman fa sempre discutere ma è sempre un piacere vedere giocare la sua squadra, soprattutto se può schierare talenti purissimi come Totti, Osvaldo e Lamela, e se è vero che sono stati spesi 110 milioni in due anni è altrettanto vero che i giallorossi sono proprietari almeno otto cartellini di under 21 di sicuro livello mondiale, speriamo che diano il tempo al boemo di far crescere i talenti magari cedendo qualche senatore come De Rossi poco incline ai carichi di lavoro settimanali.

Nino Mancini