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Il ”New Filadelfia” della vergogna

di Stefano Rosso - Ora che i lavori per il rifacimento del tempio del Grande Torino e del simbolo storico del Granatismo sono prossimi ad incominciare - parentesi burocratiche a parte, ma considerando la costituzione della...

Stefano Rosso

di Stefano Rosso - Ora che i lavori per il rifacimento del tempio del Grande Torino e del simbolo storico del Granatismo sono prossimi ad incominciare - parentesi burocratiche a parte, ma considerando la costituzione della Fondazione - bisogna più che mai prestare attenzione a soggetti più o meno loschi che si aggirano attorno ai ruderi del vecchio stadio con intenti speculativi.

Purtroppo non ci si riferisce a vecchi industriali senza scrupoli, a possibili gettate di cemento per trasformare il Fila in un campetto di calcio a 5 a vantaggio di parcheggi, garage, palazzi e centri commerciali, o meglio, non solo a questi soggetti: c'è anche chi, sfruttando la fede e la buona volontà dei tifosi granata, vuole arricchirsi alle loro spalle.

L'ultima truffa, infatti, si chiama 'New Filadelfia', un progetto teso a raccogliere fondi non solo per il nuovo impianto sportivo ma più genericamente per creare un "laboratorio calcistico di nuovi talenti" perchè se "Messi o altri valgono oltre 80 milioni di euro pensa se a scoprire e lanciare talenti calcistici così fossi tu".

La descrizione dell'associazione, pubblicata su diversi forum e siti internet di annunci online, prevedeva il coinvolgimento degli ignari Paolino Pulici e Francesco Graziani in qualità di presidente onorario e allenatore e la presidenza generale di Domenico Scalise, un tal imprenditore di Domodossola noto ai più - vedere le vecchie puntate di 'Striscia la Notizia' per credere - per una serie di truffe economiche organizzate in concorsi di moda e bellezza ai danni di fotografi e modelle: una rapida ricerca su internet, in ogni caso, permette di fare chiarezza sul curriculum del losco individuo, trovando commenti passaparola di vari utenti su facebook o veri e propri articoli e resoconti dei suoi colpi precedenti su siti mediaset o di altre fonti di informazione.

Il progetto, in ogni caso, prevedeva un capitale iniziale di 250.000 euro versato dai 23 soci fondatori - 50.000 dei quali direttamente dalle tasche del solito presidente - con il coinvolgimento durante l'anno solare 2011-12 di 50 soci ordinari impegnati su tutto il territorio nazionale e non solo con mansioni calcistiche: "allenatori, preparatori atletici, visionatori di talenti - notare il linguaggio teso ad esaltare la componente tecnica del progetto - e altro".

Il compenso previsto per queste figure, indipendentemente se direttore sportivo o magazziniere, era già stato a attestato a partire da "800.00€ in su in base alle mansioni stabilite e inquadrate con il contratto soci cooperativa": non male per un progetto che, se limitato ai 23 soci fondatori, prevedeva un capitale sociale che non era in grado nemmeno di pagare un semestre di stipendio ad un componente solo dello staff.

Una vergogna a cui, speriamo, di non doverci abituare in questo periodo, tanto delicato per squadra e società ma soprattutto per la Storia e lo stadio che stanno, lentamente e dopo molti anni di agonia, rivedendo la luce.