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Il sergente che chiede lavoro, lavoro, lavoro

Viene fatto passare per uno che “appiccica al muro” dello spogliatoio i suoi giocatori, se fanno qualcosa che non gli piace. Viene fatto passare per essere il tipico “sergente di ferro”. Viene fato passare per essere un...

Redazione Toro News

Viene fatto passare per uno che “appiccica al muro” dello spogliatoio i suoi giocatori, se fanno qualcosa che non gli piace. Viene fatto passare per essere il tipico “sergente di ferro”. Viene fato passare per essere un allenatore buono per le esperienze brevi, perché sul lungo i rapporti con parte della squadra si deteriorano e non si va più avanti.Ma tutto questo è vero solo in parte. In parte sì, perché Giuseppe Papadopulo é un uomo d'altri tempi, con una cultura del lavoro che non concede deroghe, e dunque il suo modo di concepire l'operato di un gruppo si adatta perfettamente alle situazioni difficili, alle realtà sfilacciate, ai progetti che rischiano di perdersi in alto mare. Ma in parte no, perché con chi é sulla sua stessa lunghezza d'onda, con chi condivide la sua concezione dell'impegno, sa instaurare rapporti professionali solidissimi.Contattato telefonicamente anche questa mattina -come sempre abbiamo fatto da molte settimane a questa parte, anticipando di gran lunga i suoi abboccamenti con la dirigenza granata- la sua voce é resa ancora più roca del solito dalla stanchezza: “Ho passato una notte praticamente insonne”, esordisce, per poi correggersi: “Anzi: completamente insonne”, si scusa. “Siete gli unici cui ho risposto, perché il mio pensiero é già tutto al mio lavoro per il Torino. Oggi sarò presentato, avrò modo di iniziare a conoscere l'ambiente, che comunque ringrazio per i tanti pensieri che mi stanno arrivando. Ci sarà tempo per comprenderci reciprocamente”, dice, riferito all'ambiente. Se tutti saranno in grado di comprenderlo, come dicevamo sopra, non ci saranno problemi.