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Il Toro, Niang e la necessità di cambiare atteggiamento. E forse ruolo

Focus On / Non è lesa maestà pensare che il 4-2-3-1 non sia il modulo ideale per le caratteristiche del franco-senegalese

Gianluca Sartori

"Qualcosina si è visto, ma troppo poco, considerate le circostanze. M'Baye Niang ha nuovamente disputato una prestazione sotto le attese, in quel di Crotone, e quel che più ha deluso è l'atteggiamento messo in mostra dal franco-senegalese. Il bellissimo strappo di quaranta metri che ha aperto la sua partita sembrava un'ottima premessa per un match da protagonista, sulla scorta del primo gol in granata segnato al Verona e dell'ottima prestazione all'esordio con la maglia del Senegal. Caricatosi la sua nuova Nazionale sulle spalle, M'Baye l'ha portata a vincere a Capo Verde, un successo che avvicina notevolmente la qualificazione al Mondiale di Russia. Invece, non è riuscito a fare lo stesso con il Toro.

"Sì, perchè dopo quella sgroppata iniziale, Niang si è sostanzialmente spento, eccezion fatta per un tiro in porta a scaldare i guantoni di Cordaz sul finire del primo tempo. Troppo poco per un giocatore costato sui 15 milioni e acquistato per dare un valore aggiunto alla rincorsa europea dei granata. Sebbene il suo mentore Mihajlovic si sia detto contento della sua prestazione, Niang a Crotone ha dato meno di quel che potesse dare, anche considerando il fatto che l'assenza di Belotti chiamava anche e soprattutto lui a prendersi qualche responsabilità in più. E invece tra eccessivi personalismi da evitare e una grande, grandissima occasione sciupata (sugli sviluppi di quella punizione battuta da Ljajic, da dentro l'area, avrebbe potuto e dovuto fare qualcosa di più di un passaggio al portiere), la prestazione è stata insufficiente. Il Toro continuerà a insistere su Niang, un giocatore che ha tutte le doti per essere determinante; ma è da parte sua innanzitutto che serve un passo avanti in quanto a umiltà e determinazione.

"COLLOCAZIONE DA RIVEDERE - Il commento sull'ennesima prestazione negativa di Niang a Crotone è l'occasione per una riflessione sulla sua attuale collocazione tattica. Non è lesa maestà pensare che l'esterno offensivo del 4-2-3-1 non sia la posizione per lui più confacente. In questo spartito tattico, è pacifico, l'esterno deve avere anche una certa propensione al sacrificio e al ripiegamento difensivo. Altrimenti il rischio è quello di creare squilibri dannosi. Ora, se un profilo adatto al ruolo è certamente quello di Iago Falque - uno che non risparmia una corsa in più, se necessario - perplessità possono sorgere riguardo a Niang, che sembra poter rendere di più come esterno offensivo del 4-3-3 (come nel Milan di Miha) o del 3-4-3 (come nel Genoa di Gasperini). O anche, perché no, in un ipotetico 4-3-1-2 (utilizzato da Miha lo scorso anno contro l'Inter a San Siro) con Ljajic a sostegno dell'ex Milan e di Belotti. Laddove le sue spalle siano coperte da due compagni, Niang ha dimostrato di riuscire a rendersi più efficace e pericoloso. Che non sia giunta l'ora, nell'ottica di una maggiore valorizzazione del giocatore, di trovare una collocazione tattica più confacente a Niang? A Mihajlovic la non facile risposta.