toro

Lo stop di De Vezze obbliga a scelte precise

 

di Edoardo Blandino

La fretta è cattiva consigliera, recita un vecchio adagio. Probabilmente è quello di cui deve essersi reso conto anche Papadopulo, quando verso la metà del primo...

Edoardo Blandino

di Edoardo Blandino

La fretta è cattiva consigliera, recita un vecchio adagio. Probabilmente è quello di cui deve essersi reso conto anche Papadopulo, quando verso la metà del primo tempo contro il Livorno ha visto De Vezze chiedere il cambio ed uscire infortunato. Il centrocampista arrivato in estate dal Bari è stato uno dei punti fermi di questa difficile stagione, dove ha alternato ottime prestazioni a gare irritanti. Contro gli amaranto era stato recuperato in extremis e fino a pochi minuti prima della gara era in ballottaggio con Obodo per una maglia da titolare. Alla fine Papadopulo ha optato per il giocatore più rodato, ma non quello fisicamente più integro. E così, la ricaduta costringerà De Vezze ad un ulteriore stop di tre o quattro settimane. La speranza è quello di recuperarlo per il match contro la Reggina in programma per il 16 aprile, però sarà bene non forzare troppo i tempi.

Il tecnico granata deve quindi pensare come sostituirlo. Molto dipenderà dal numero di centrocampisti che verranno proposti dal primo minuto nei futuri impegni. Se Papadopulo dovesse optare per un centrocampo con due soli interpreti in mezzo, supportati da due ali, allora non sarebbe necessario arrovellarsi troppo per trovare un’alternativa a De Vezze. In questo caso, infatti, sarebbero pronti in rampa di lancio De Feudis e Budel. Se, al contrario, si cercasse di avere tre uomini in mediana, ecco che sarebbe uno tra Obodo e Zanetti a prendere il posto dell’ex Bari.

Al momento è difficile capire con quale modulo il Torino scenderà in campo. Sappiamo che Papadopulo sta pensando ad una difesa a 3, però in questi giorni di ritiro a porte chiuse il mister toscano potrebbe provare diverse alternative e solamente all’ultimo decidere chi schierare e in quale posizione. Non resta che attendere.

(Foto: M. Dreosti)