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Petrachi e Corvino, storie diverse e una dote in comune: il fiuto

Verso Torino-Bologna / A confronto i due direttori sportivi, analizzando carriere e acquisti

Gualtiero Lasala

"La sfida tra Torino e Bologna, squadre che si scontreranno domani, alle ore 18 all’Olimpico, presenta anche un testa a testa tra due dei direttori sportivi più apprezzati nel panorama italiano. Si parla di Pantaleo Corvino e Gianluca Petrachi: i due dirigenti, con venti anni di differenza, hanno avuto un percorso diverso, ma sono accomunati, soprattutto, da un grande talento.

"GLI INIZI – Il ds granata ha cominciato la sua carriera nel mondo del calcio giocando nelle giovanili del Lecce, ed in seguito anche in prima squadra, per poi girare per molte squadre d’Italia: non solo, però, perché Petrachi fu uno dei primi giocatori tricolore ad essere acquistato da una squadra di Premier League, il Nottingham Forest. La sua carriera di centrocampista si concluse nel 2003, con la maglia del Taranto. Il direttore rossoblù, invece, non ebbe una carriera rosea come calciatore, anzi, smise di giocare molto presto, a causa di una malattia del padre: perciò cominciò a dedicarsi alla dirigenza di squadre minori, subito come direttore sportivo (Vernole, Scorrano).

Pantaleo Corvino, attuale direttore sportivo della Fiorentina

"IL PRESENTE – Petrachi, dopo aver appeso gli scarpini al chiodo, decise di ritornare ad Ancona per cominciare la carriera di diesse; dopo essere passato per Pisa (e aver conosciuto Giampiero Ventura) venne affiancato a Rino Foschi al Torino, per poi, nel 2010, essere nominato ds unico dei granata. Corvino, invece, prima di arrivare a Bologna nel dicembre del 2014, è passato per diverse squadre d’Italia, come il Lecce (dove scoprì numerosissimi talenti, tra cui Bojinov, Vucinic, Ledesma e Konan), ma soprattutto, dal 2005 al 2012 fu il direttore sportivo della Fiorentina, alla quale portò diversi giocatori importanti come Luca Toni, Stevan Jovetic, Alessio Cerci e Alberto Gilardino, che adesso vestono maglie diverse in Serie A.

"I due ds hanno avuto delle storie differenti, ma sono stati protagonisti soprattutto come dirigenti: entrambi hanno messo a segno dei colpi importanti per le loro squadre. Al Torino Petrachi è ricordato soprattutto per gli affari Cerci, Immobile, Baselli, Zappacosta, ma le radici del suo talento partono da più lontano, da quando insistette nel dare credito ad un allora sconosciuto Nakata; i fatti gli avrebbero dato ragione. Ancora più incredibile fu l'acquisto, mentre era all'Ancona, di Jardel, due volte scarpa d'oro, preso a gennaio per rimediare a una classifica difficile. L'affare andò il porto, ma Jardel ormai era in declino. Rimane impressa nella mente degli appassionati la partita di presentazione della punta brasiliana, Ancona-Perugia, quando l'ex Porto sbagliò curva e andò a salutare i sostenitori umbri. Fu proprio Petrachi a rincorrerlo, fingendo di voler partecipare alla cerimonia, e a dissimulare un giro di campo per coprire l'irrimediabile gaffe del neo acquisto. Anche Corvino ha dalla sua qualche intuizione sopra le righe, quando portò Juan Cuadrado a Lecce dall'Udinese. Fu proprio in Puglia che il talento del Colombiano esplose. Com'è naturale, entrambi hanno anche commesso qualche errore nel corso degli anni: Corvino, per esempio, scartò Antonio Cassano ad un provino, quando era direttore sportivo del Casarano. Anche lo stesso Petrachi acquistò giocatori che non si rivelarono all’altezza del Torino (tra gli ultimi Dolly Menga),ma la ricostruzione calcistica del Torino è passata oltre alle (poche) sviste.