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Torino sedicesimo nel possesso palla: strategia non esasperata, ma ragionata

Le statistiche / I granata non dipendono dal costante controllo del pallone: sanno invece servirsene per poi, nel momento giusto, rendersi pericolosi e letali

Federico Bosio

"Da principale filosofia, ad arma utilizzata contestualmente alle circostanze: questa la parabola che i dati sembrano testimoniare abbia assunto il possesso palla nel gioco del Torino. La formazione di Mihajlovic è addirittura la sedicesima in Serie A per quanto riguarda questa speciale classifica e questo non contrasta con i recentissimi esaltanti risultati: contro Roma e Fiorentina i granata non sembrano infatti aver esageratamente sofferto pur avendo avuto il controllo della sfera per meno tempo rispetto agli avversari. la vera differenza, si sa, la fa il modo di utilizzare il proprio possesso palla e sfruttare le occasioni create: la qualità piuttosto che la quantità.

"Con una media totale di 45,3% i granata si posizionano alla pari del Crotone, e davanti solamente a Bologna (45%) Cagliari (44,4%) ed Udinese (42,2%): il primato è del Napoli con una media del 58%, seguito da Inter (57,2%) e Juventus (56,8%); subito alle spalle del podio si collocano il 55,8% della Roma ed il 53,7% della Fiorentina seguite poi da Genoa (53,2%) Empoli (51,5%) Milan (50,8%) e Sampdoria (50,3%). A completare la top ten il Pescara con 50,3%. In undicesima posizione invece, prima tra le formazioni con un possesso palla medio inferiore al 50%, si trova invece il Sassuolo con 48,9%; in coda Palermo (48,8%) e Lazio (48,7%) per poi passare da Atalanta (47,6%) e Chievo (45,6%) ed arrivare così proprio al Torino.

"Come detto però, questo dato non sembra essere preoccupante per quanto riguarda i ragazzi di Sinisa Mihajlovic che hanno sinora dato l'impressione di non dipendere dal costante controllo del pallone, nè di farne un'arma primaria: i granata prediligono infatti lasciare il pallino del gioco nelle mani e la sfera agli avversari, per poi recuperarla al momento giusto attraverso il costante pressing ed impostare rapidamente l'azione di ripartenza. Il possesso palla quindi non - più - come uno strumento necessario all'impostazione dell'azione, piuttosto come arma sì utilizzabile all'occorrenza, ma in alcun modo indispensabile: il Torino ha dimostrato di saper "soffrire" ripiegando difensivamente e lasciando l'iniziativa agli avversari, per poi coglierli impreparati ed attaccare risultando letale.

"Un altro aspetto di particolare rilevanza a dimostrazione di come Sinisa Mihajlovic abbia portato all'ombra della Mole un nuovo nuovo modo di leggere ed approcciare alla partita, segnando una forte e decisa rottura con il passato. Il controllo del gioco sì, ma non esasperato: i risultati importanti possono passare anche da sfide disputate dosando in egual misura il ripiegamento collettivo difensivo e le azioni di spinta alla ricerca della rete. Attraverso queste statistiche non fa che emergere uno dei principali pregi del Torino di Mihajlovic: la capacità di ritrarsi ed aspettare senza patire eccessivamente, per poi pungere all'improvviso e, spesso, dolorosamente.